L’esame del report italiano sull’attuazione della Convenzione Onu
Il Committee on the Rights of Persons with Disabilities (CRPD) dell’ Onu ha esaminato a fine agosto a Ginevra il rapporto inviato dall’ Italia sull’ attuazione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità. L’organismo ha reso pubbliche ufficialmente le sue osservazioni sul report il 2 settembre scorso sulla pagina relativa alla sessione, dove già sono i dati presentati ufficialmente dal Governo.
Le misure attuate
In base a questi l’ Italia ha stanziato quasi 17 miliardi di euro ogni anno per le persone con disabilità, a cui si aggiungono i circa 1,7 miliardi di euro spesi dai Comuni.
Il Ministero dell’Istruzione solo ha speso 6,4 miliardi di euro per gli insegnanti di sostegno, mentre ulteriore 700 milioni di euro vengono spesi ogni anno per gli assistenti educativi e di comunicazione per gli studenti con disabilità. Un modello innovativo di intervento nazionale in favore di una vita indipendente per le persone con disabilità sarà lanciato nel 2017, mentre il secondo piano d’azione per le persone con disabilità, sarà approvato a metà settembre: proseguirà le azioni del piano precedente e aggiungerà azioni sulla raccolta di dati sulla condizione delle persone con disabilità.
Ma per il momento il CRPD ha già espresso le sue prime considerazioni sulle documentazioni fornite dal Governo italiano, inserite in questo testo.
Il giudizio degli esperti
Il Comitato degli esperti ha apprezzato in particolare il lavoro svolto dal suo Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e il piano per attuare la Convenzione stessa, che ha definito come «un ottimo strumento per armonizzare le leggi e le politiche di accompagnamento». Ma ha anche espresso anche alcune preoccupazioni, a cominciare dalle differenze regionali che si riscontrano in Italia e dalla disparità di accesso delle persone con disabilità ai servizi.
Per questo hanno sottolineato la necessità di nominare una persona di riferimento per i diritti delle persone con disabilità in ogni regione, con il compito di monitorare la parità di trattamento in tutto il paese.
Ancora lavoro da fare
L’Italia ha effettivamente un sistema di istruzione inclusivo, basterebbe poco perché possa diventare davvero un paese modello per l’educazione inclusiva. Tuttavia è necessario ancora operare perché le persone con disabilità siano considerate come persone uguali nella società e non un peso che sottrae risorse del welfare. Vi è poi un’esortazione a rivedere il sistema degli amministratore di sostegno, in particolare per facilitare una decision-making indipendente da parte delle persone con disabilità e a riconoscere la lingua dei segni.
Gli esperti hanno infine invitato l’Italia a raccogliere dati e produrre statistiche come base per le politiche di intervento e di sostegno precoce per i bambini con disabilità e per dimostrare come sono stati rimossi gli ostacoli alla partecipazione delle persone con disabilità.
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