Il dispositivo vuole difendere i parcheggi riservati ai disabili
In occasione della Settimana europea della Mobilità, è incominciata la sperimentazione del dispositivo Tommy 2.0, a tutela delle aree di sosta riservate ai disabili.
Il nome deriva dal figlio autistico del giornalista Gianluca Nicoletti, che lo ha ideato e realizzato apposta per lui insieme alla onlus Insettopia, al Comune di Roma, Aci ed Aci Consult.
Si tratta di una battaglia che il giornalista porta avanti da tempo: il dispositivo era stato già posto con successo circa due anni fa, con forte gradimento dei cittadini, ma era stato bloccato dalle istituzioni competenti per ragioni burocratiche non troppo chiare.
Con le opportune modifiche, è stato realizzato Tommy 2.0, che ha avuto l’approvazione del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ed è stato nuovamente installato nel posto riservato.
Un allarme sonoro
Il dispositivo consiste in una piccola pedana che fa da sensore in grado di verificare l’occupazione dell’area riservata.
Ogni volta che una macchina entra nello spazio si attiva un allarme sonoro, che può essere interrotto dal beneficiario reale tramite telecomando, oppure solamente quando il veicolo abusivo si sia tolto dal parcheggio.
In base ai test effettuati finora dall’ Aci, l’allarma acustico e il conseguente “effetto gogna” per i trasgressori si sono dimostrati più efficaci di un’eventuale sanzione.
Presto in varie zone di Roma
Tommy 2.0 è stato installato nel I Municipio (via Tommaso Gulli angolo Viale Mazzini) e XIII Municipio (via Forte Boccea 50), ma sarà presto esteso ad altre aree della città.
Nonostante le delusioni passate, rimane fiducioso Gianluca Nicoletti, la cui idea vorrebbe diffondere cultura, più che difendere un diritto, per essere messa a disposizione di chiunque abbia in concessione un parcheggio per persone disabili.
“Parcheggiare in un’ area riservata a un disabile corrisponde a rapinargli la possibilità di rientrare a casa con minore difficoltà possibile. Una sirena che suona da un parcheggio disabili occupato richiama (si spera) l’attenzione della collettività sul fatto che qualcuno stia violando una delle più ovvie regole di civiltà stradale”.