In arrivo i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero le prestazioni e le cure garantite dal servizio sanitario nazionale a tutti i cittadini, in forma gratuita o dietro pagamento di un ticket. I Lea erano fermi al 2001. A segnalare ieri con un “tweet” la svolta è stata la stessa ministro Lorenzin. Che ricorda: «Stiamo parlando da 16 anni dei nuovi Lea e da quasi 20 del nomenclatore delle protesi, incluso nel provvedimento. Si tratta di centinaia di nuove prestazioni a cui avranno accesso in modo indistinto tutti i cittadini dal Nord al Sud, oltre al riconoscimento di malattie rare prima non riconosciute. Una mole di risorse e interventi eccezionali per l’Italia e anche per l’Europa». Innovazione e aggiornamento saranno le due parole-chiave. L’intero pacchetto di prestazioni nei nuovi Lea sarà infatti revisionato ogni anno da una Commissione nazionale, già insediata presso il ministero: dovrà monitorare la nuova offerta sanitaria e le scoperte scientifiche, così da eliminare prestazioni obsolete per inserirne di innovative. Piena diffusione e appropriatezza degli interventi e delle cure sono gli obiettivi dichiarati. Nel nostro paese persiste però una forte disuguaglianza tra regione e regione. Una situazione che impatta sulle spese e sulla salute dei cittadini, costretti a pagare di tasca propria 34,8 miliardi di euro per farmaci e prestazioni. Quasi un quarto della spesa sanitaria totale. «Esiste un forte malessere – conferma Lorenzin a Il Sole 24 Ore Sanità che ha dedicato ampi approfondimenti alla riforma-. Per questo è prioritario fare in modo che i nuovi Lea abbiano un’applicazione effettiva nei territori e nelle regioni. Dare ai cittadini i servizi e le nuove cure, già finanziate con i Lea, diventa importante per attenuare le situazioni di disagio, a tutela dell’equilibrio sociale e a garanzia del diritto alla salute».
La questione dei ticket
Sul tavolo della riforma c’è anche la questione ticket, segnalata anche dalle commissioni parlamentari di Camera e Senato. Nel decreto si ipotizza un aumento della compartecipazione alla spesa sanitaria di oltre 18 milioni di euro. Da qui la richiesta della commissione Igiene e Sanità del Senati per una «attenta, cauta valutazione», circa le ricadute sui cittadini. Sotto la lente è soprattutto un’ampia rosa di prestazioni dall’ospedale all’ambulatorio, dove il possibile frazionamento di visite ed esami potrebbe far lievitare i costi per l’assistito. Anche di questo dovrà occuparsi la Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea, chiamata entro il 28 febbraio a una prima verifica e a depennare le cure non più appropriate.
Aggiornato anche il nomenclatore delle visite ambulatoriali
I nuovi Lea aggiornano il nomenclatore della specialistica ambulatoriale, fermo al 1996, e quello dell’assistenza protesica, che risale al 1999. Nel primo vengono introdotte procedure diagnostiche e terapeutiche che vent’anni fa avevano carattere quasi sperimentale oppure erano eseguibili solo con ricovero. Tra queste, la procreazione medicalmente assistita e la consulenza genetica. Nei nuovi Lea entra anche l’adroterapia per la cura dei tumori, ad altissimo costo e quindi ad introduzione graduale, su richiesta delle regioni. Tra le altre novità, la revisione dell’elenco delle malattie rare; l’aggiornamento dell’elenco delle malattie croniche, con l’introduzione di nuove patologie esenti – compresa l’endometriosi da “moderata” a “grave” e lo spostamento da “rare” a croniche di malattie come la celiachia e la sindrome di Down; l’introduzione dello screening neonatale per la sordità e la cataratta congenite e l’estensione a tutti i neonati dello screening ampio per le malattie metaboliche ereditarie. È stato ridotto il pacchetto di prestazioni associato alla diffusissima ipertensione, quando non comporti gravi danni d’organo.