Antonietta Mastrangelo
Il futuro sociale: Erica l’androide con caratteristiche umane. Nasce dalla collaborazione tra le università di Osaka e Kyoto e l’Atr Institute International, l’androide semiautonomo Erica, il progetto che ha ottenuto il finanziamento scientifico più importante del Giappone. Creatori del progetto il dottor Hiroshi Ishiguro e l’architetto Dylan Glas, hanno curato ogni possibile aspetto collegato alla riproposizione della natura umana riprodotta attraverso la realizzazione di Erica. Obiettivo principale, creare incominciando dal prototipo di questa giovane androide (una giovane donna di 23 anni con caratteristiche somatiche orientali), peculiarità tipiche dell’essere umano, rendendolo il più autonomo possibile, non solo per quanto concerne l’aspetto meramente pratico collegato ai movimenti degli arti, e dunque alla possibilità di spostamento, ma di dotarlo di un’autonomia di pensiero e di personalità, così come normalmente avviene per l’essere umano. A sostegno di ciò l’androide Erica è stata dotata delle più sofisticate apparecchiature di comunicazione e di sistemi d’interazione e di possibilità tecnologiche futuristiche, che al momento sono riconducibili ad una tradizione tipicamente giapponese (è parlante, con una piacevole voce femminile e si esprime anche attraverso l’espressione del volto).
Gli scopi del progetto
Non a caso il progetto nasce all’interno di un laboratorio tecnologico giapponese, ossia l’Atr Institute International a Kyoto in collaborazione con le università di Osaka e Kyoto. Lo scopo di questo studio riguarda la possibilità in futuro, di introdurre all’interno delle società umane nel mondo, gli esseri robotici con caratteristiche, comportamenti, sentimenti e personalità molto vicine a quelle umane, dotandoli di fisionomie tipiche delle loro provenienze geografiche, ma che siano di supporto alle persone nell’espletazione di compiti quotidiani. Agli androidi secondo una futura visione, verranno affidati lo svolgimento di mansioni domestiche, oppure utilizzati nell’aiuto fornito a soggetti con difficoltà motorie o ancora per svolgere funzioni di sostegno o di semplice compagnia agli anziani. L’aspetto maggiormente curato però, sarà quello di fornire alle persone maggiore tempo a disposizione da dedicare ad attività più creative, lasciando agli androidi l’incombente compito di svolgere quelle azioni più ripetitive e noiose (ad esempio fare la spesa, le pulizie di casa, giri burocratici eccetera). Una vision futuristica, ma non per nulla impossibile da immaginare, a maggior ragione se pensiamo che c’è chi sta realizzando in fase appunto sperimentale, la possibilità di inserire in una società umana dei robot che possano avere, per così dire un’”anima”. Al momento si tratta di un progetto pioneristico, la cui sola idea può apparire quasi fantascientifica. Ma queste due ingegnose menti hanno messo in moto un nuovo modo di percepire, e di concepire la quotidianità di ogni futuro essere umano, in cui le generazioni avvenire, potrebbero trovare nell’utilizzo oculato dei robot, la gestione e risoluzione di molte problematiche connesse all’organizzazione della propria vita quotidiana, in base alle proprie necessità e non solo. Certamente però, rimanendo saldamente ancorati alla realtà, anche in un possibile futuro fatto di androidi interagenti nelle società, tali non potranno mai sostituire completamente gli umani, per tipiche caratteristiche e meccanismi mentali che sono loro propri, dovuti ad un’evoluzione nello scorrere delle ere, che ci ha reso animali intelligenti, sociali, e con una capacità di organizzazione e risoluzione dei problemi, soprattutto in base alle esperienze maturate nel tempo. Queste sono peculiarità uniche le quali contraddistinguono l’essere umano dalle altre specie animali, a maggior ragione impossibile da replicare anche nella più sofisticata macchina parlante ed interagente.