di Maria Antonietta Mastrangelo
Il Dossier Statistico Immigrazione 2017
Il Dossier Statistico Immigrazione 2017 giunto alla 27 esima edizione annuale, si propone di fornire ad operatori e studiosi un compendio esaustivo sulle migrazioni in Italia, attraverso numeri e analisi statistiche. Il 26 ottobre è stato presentato al Teatro Orione di Roma, e contemporaneamente in tutte le regioni e province autonome d’Italia, la 27esima edizione del Dossier Statistico Immigrazione 2017, a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS, in partenariato con la testata giornalistica Confronti. Il Dossier, nato nel 1991,subito dopo la “Legge Martelli” era curato fino al 2003 dalla Caritas di Roma – del cui fondatore e convinto sostenitore del Dossier, mons. Luigi Di Liegro, cade quest’anno il 20esimo anniversario dalla sua scomparsa. Dal 2004 l’edizione è a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS/Immigrazione e rappresenta il primo annuario socio-statistico realizzato in Italia, per la raccolta di dati sul tema dell’immigrazione. A tal proposito obiettivo prioritario al centro del Dossier Statistico è quello di fornire ad operatori e ricercatori, materiale di studio esaustivo sulle migrazioni in Italia, attraverso numeri e analisi statistiche. La realizzazione dello studio ha impegnato quest’anno più di 130 autori del mondo accademico, sociale, associativo e istituzionale, i quali hanno contribuito a realizzare le varie parti del volume, (internazionale, nazionale e regionali), 480 pagine, con il supporto dei dati statistici più aggiornati relativi a molteplici e importanti aspetti che riguardano gli immigrati in Italia. Il volume a tale scopo, si propone di rispondere alle necessità di studiosi, funzionari e operatori accostandosi al mondo dell’immigrazione o approfondendone i singoli aspetti in maniera equilibrata, considerando la necessità di affrontare la complessità della descrizione della migrazione, avvalendosi del rigore dei numeri e delle analisi statistiche. Alla presentazione hanno preso parte: Claudio Paravati (direttore del Centro Studi Confronti), Franco Pittau (presidente onorario del Centro Studi e Ricerche Idos), Luigina Di Liegro (segretario generale della Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro Onlus), Luca Anziani (vice moderatore della Tavola Valdese), Ugo Melchionda (presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS), Vinicio Albanesi (sacerdote, teologo, presidente della Comunità di Capodarco), Insaf Dimassi (rappresentante del Movimento Italiani senza cittadinanza), Tatiana Esposito (direttore generale della DG Immigrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), Mauro Biani (illustratore e vignettista), Mario Giro (vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), ognuno dei quali ha fornito il proprio contributo intervenendo a discussione dei temi di seguito illustrati.
Le tematiche del Dossier Statistico Immigrazione 2017: sintesi dei dati statistici
- Il 2016: non solo sbarchi. Con la presenza di 5.047.028 stranieri residenti presenti in Italia, e tra sbarchi, flussi in arrivo e cancellazioni anagrafiche, i movimenti migratori hanno interessato quasi 1 milione di persone. Interessante anche l’elemento che racconta di una presenza migrante regolare complessiva di 5.359.000 persone, mentre gli italiani all’estero quasi si equivalgono nel numero di presenze (5.383.199 secondo i dati Aire). Per quanto concerne l’aspetto collegato agli arrivi in Italia nelle coste italiane, si osserva che questi sono passati dai 153.842 del 2015 ai 181.436 del 2016 (+17,9%). A dimostrazione che l’Italia si pone a livello mondiale subito dopo la Germania, gli Stati Uniti, la Turchia e il Sudafrica in quanto a domande d’asilo ricevute (dati Unhcr). In tale contesto di sbarchi i minori stranieri non accompagnati sono stati 25.843, mentre 6.561 quelli che censiti, si sono poi resi irreperibili. Per quanto attiene il versante relativo alle provenienze geografiche si rileva che, sono meno di 200 i gruppi nazionali residenti in Italia. I cittadini comunitari ne rappresentano il 30,5% ( 1.537.223, di cui 1.168.552 romeni), mentre 1,1 milioni provenienti dall’Europa non comunitaria tra i quali africani e asiatici, rispettivamente poco più di un milione. Infine solo 13 paesi possiedono più di 100.000 residenti e sono:Romania, Albania, Marocco, Cina, Ucraina, Filippine, India, Moldavia, Bangladesh, Egitto, Pakistan, Sri Lanka e Senegal;
- Andamento demografico e immigrazione. Un trend demografico in diminuzione per la componente autoctona italiana compensata dalla presenza immigrata, grazie ai nuovi arrivi (anche se molto ridotti rispetto agli anni precedenti), alla presenza di minori stranieri, molti dei quali non accompagnati e alle nuove nascite da genitori stranieri;
- Un mercato occupazionale non soddisfacente. Un aumento della presenza lavorativa straniera, ove si rileva una dequalificazione occupazionale a dispetto di una loro sovraistruzione, una retribuzione media più bassa, un maggiore sfruttamento che, molto spesso, è indice dell’adozione di sistemi lavorativi non regolari, inserendosi all’interno di un contesto lavorativo nel sommerso. Tali dati emergono dagli archivi Inail ed Istat in cui si rileva che l’84,3% di essi, è impiegato per un lavoro a tempo pieno e indeterminato. Ma i migranti rappresentano anche quella parte attiva e dinamica del mercato lavorativo, grazie alla loro attività auto imprenditoriale con 571.255 imprese a gestione immigrata registrate a fine 2016;
- L’auto imprenditoria migrante come sostegno all’economia italiana. Grazie al lavoro e soprattutto all’attività imprenditoriale dei migranti il beneficio finanziario assicurato ai conti pubblici è stato nel 2016 compreso tra 2,1 e 2,8 miliardi di euro, in base alle stime stilate dall’Istituto di Ricerca Fondazione Leone Moressa. Elemento a vantaggio per le entrate nelle casse dello stato, la giovane età delle persone straniere in età lavorativa, per quanto concerne l’aspetto collegato al versamento dei contributi presso l’Ente Previdenziale Inps;
- L’invio di denaro all’estero. A livello mondiale i migranti con le loro rimesse di denaro inviato verso i paesi in via di sviluppo (429 miliardi di dollari nel 2016) sostengono circa 800 milioni di familiari. Nella fattispecie in Italia, i 5,6 miliardi di euro inviati nel 2016 risultano in diminuzione da 6 anni consecutivi. Circa la metà di questo flusso va nelle aree rurali quelle più povere;
- Il fenomeno della radicazione nel territorio nazionale italiano. La tendenza all’insediamento stabile dei cittadini stranieri è attestata dal crescente aumento dei titolari di un permesso Ue di lungo periodo (pari al 63% di tutti i soggiornanti non comunitari), come anche dal numero delle nuove nascite da genitori stranieri (379, un settimo di tutti i nati nell’anno), dei ricongiungimenti familiari (50.000 visti richiesti) e dall’incidenza complessiva dei minori (20,6% tra i residenti stranieri e 21,9% tra i soggiornanti non comunitari);
- La questione cittadinanza. Un significativo aumento delle persone straniere che hanno acquisito la cittadinanza italiana (178.935 nel 2015, 201.591 nel 2016 in Italia, 841 mila nell’Ue nel 2015), soprattutto per via delle naturalizzazioni (che presuppongono una permanenza stabile nel territorio di 10 anni), e in misura minore per via dei matrimoni misti con cittadini italiani (17.692 nel 2015). A tal proposito la questione relativa alla legge 81/1992 sulla cittadinanza per ius soli(acquisizione della cittadinanza per nascita sul suolo italiano), si fa ancora più complessa per via dell’ulteriore rinvio considerata l’elevata quota di giovani stranieri nati in Italia;
- La convivenza interreligiosa in Italia: una realtà possibile. Gli studi condotti da IDOS per il 2016 rilevano una crescente consistenza del pluralismo religioso, in cui nei principali gruppi religiosi persiste una netta prevalenza dei cristiani (53%), tra i quali ortodossi (i più numerosi), seguiti da cattolici e protestanti (circa 1,5 milioni i primi, e 1 milione i secondi e 250.000 tra protestanti e altre comunità cristiane). I musulmani sono invece pari ad un terzo dell’intera presenza straniera (1,6 milioni di persone), un numero che non giustifica il timore di un’invasione e di chiusura verso l’islam. Discreta invece la presenza di fedeli di religioni orientali (induisti 150.800 cioè il 3% del totale, buddhisti 113.900 e 2,3% del totale). Diffuse infine le iniziative di dialogo ecumenico e interreligioso efficaci per arginare il terrorismo e favorire l’inserimento tenuto presente che, tutte le comunità religiose grazie alla loro rete di culto, sono anche promotrici di attività sociali e culturali utili a favorire l’inserimento;
- Proiezioni dei flussi migratori entro il 2065. A luglio 2017 i migranti nel mondo sono stati 253 milioni (stima Onu aggiornata da IDOS), mentre annualmente sono 2,3 milioni le persone che emigrano nei paesi a sviluppo avanzato. Da qui la previsione tra 50 anni di un aumento della popolazione mondiale (da 7,5 a 9,8 miliardi: 70 milioni in più all’anno), mentre interverrà il raddoppio della popolazione africana (da 1,2 a 2,5 miliardi) e quasi il raddoppio del numero dei migranti;
- La gestione dei flussi in arrivo in Italia. I flussi aumenteranno anche verso l’Italia, in tale contesto saranno 14 milioni i potenziali migranti verso l’Italia, paese considerato appetibile (posizionato al 9° posto tra tutte le destinazioni);
- Prospettive di convivenza interculturali: il contrasto al fenomeno dell’ ”hate speech” e l”hate crime”(crimini d’odio). Persiste ancora una forte presenza sulla rete di discorsi di odio online, che perdurerà ancora nel tempo, per questo risulta quanto mai necessario prepararsi alle prospettive di convivenza interculturale per superare l’intolleranza. Gli atteggiamenti di chiusura sono argomentati il più delle volte sulla base della accentuata propensione al crimine perpetrati ad opera dei migranti (questo un atteggiamento rilevato soprattutto a livello europeo). In Italia secondo un’indagine condotta da Eurostat il tasso di criminalità per 100 mila abitanti è più basso tra le persone straniere che tra gli italiani (550,26 tra i primi e 1.076,50 per i secondi). Inoltre l’archivio interforze del Ministero dell’Interno attesta che, sia per gli uni che per gli altri nel 2016 le denunce sono diminuite rispetto all’anno precedente, mentre secondo Eurostat quelle contro italiani sono aumentate del 7,4% e quelle contro stranieri sono diminuite dell’1,7%. In conclusione si deve riconoscere che la presenza migrante non comporta solo problemi da risolvere, ma bisogna anche riconoscere i vantaggi che il fenomeno migratorio comporta, senza propendere a priori per la diffidenza e la chiusura. La tesi sostenuta dai ricercatori dei Centri Studi IDOS e Confronti afferma che chi si basa sui dati concreti è consapevole che la situazione è complessa e che sono necessari coraggio e molta saggezza, memori del grande esodo (ripreso anche da poco), che ha caratterizzato in passato l’Italia. Si tratta di un percorso difficile ma percorribile.