Economia collaborativa e sostenibilità dello sviluppo sono nei piani strategici dell’Unione Europea. La cooperazione deve fare la sua parte
Cooperazione e innovazione tecnologica, una sfida per il futuro dell’Europa. La piattaforma europea delle cooperative Cooperative Europe ha infatti presentato negli scorsi giorni al Parlamento Europeo un proprio documento di “visione”, “A cooperative vision for the collaborative economy”(una visione cooperativa per l’economia collaborativa), dove si pongono le basi per il ruolo delle cooperative, in termini di economia partecipata e sostenibilità in questo contesto innvoativo, in risposta alla comunicazione della Commissione “A European Agenda for the Collaborative Economy” (Un Agenda Europea per l’Economia Collaborativa).
Per Bruxelles “economia collaborativa” sono i “modelli imprenditoriali in cui le attività sono facilitate da piattaforme di collaborazione che creano un mercato aperto per l’uso temporaneo di beni o servizi spesso forniti da privati” che coinvolgono “i prestatori di servizi che condividono beni, risorse, tempo e/o competenze e possono essere sia privati che offrono servizi su base occasionale («pari»), sia prestatori di servizi nell’ambito della loro capacità professionale («prestatori di servizi professionali»), gli utenti di tali servizi; e gli intermediari che mettono in comunicazione — attraverso una piattaforma online — i prestatori e utenti e che agevolano le transazioni tra di essi («piattaforme di collaborazione»)”.
Infine, per la Commissione, “le transazioni dell’economia collaborativa generalmente non comportano un trasferimento di proprietà e possono essere effettuate a scopo di lucro o senza scopo di lucro”.
Come si può ben capire, in quest’ottica all’economia collaborativa possono essere assimilate le numerose piattaforme on line per lo scambio di beni o servizi nate nel corso degli ultimi anni e molto diffuse anche in Italia.
Le raccomandazioni di Cooperative Europe sollecitano la Commissione a modellare una economia collaborativa sostenibile e partecipata dai cittadini, finalizzata a beneficio di tutti i cittadini europei.
Inoltre, il vision paper chiede la creazione su vasta scale di un’ambiziosa partnership pubblico – privato tra il movimento cooperativo e istituzioni Europee, per costruire un ambiente più solidale per le organizzazioni democratiche e di comunità per permettere all’economia collaborativa di liberare tutto il suo potenziale
La comunicazione di Bruxelles, pubblicata nel giugno dello scorso anno e a cui ha fatto seguito un’analoga risoluzione dell’Europarlamento, aveva del resto lo scopo di favorire e regolamentare il rapido sviluppo di questo settore d’impresa, attraverso orientamenti “giuridici e strategici per le autorità pubbliche, gli operatori di mercato e i cittadini interessati, ai fini di uno sviluppo equilibrato e sostenibile dell’economia collaborativa, come annunciato nella strategia per il mercato unico”.
“L’economia collaborativa è in una fase di boom – ha commentato Jean-Louis Bancel, presidente di Cooperatives Europe – ed è nostra responsabilità è creare un terreno fertile per permettere la sua maturazione la sua sostenibilità. Il documento di visione dimostra l’importanza di un’economia collaborativa basata sulla cooperazione per riconnettere le persone e le loro comunità in un momento in cui creare coesione sociale è necessario più che mai. Io guardo avanti per lavorare con tutte le parti interessate e con i decisori europei in un progetto ambizioso per il futuro dell’economia collaborativa”.
“L’economia collaborativa può rappresentare per il movimento cooperativo europeo una grossa opportunità di reinventarsi e di beneficiare dell’innovazione tecnologica. Allo stesso tempo, le cooperative possono offrire valore aggiunto per uno sviluppo equilibrato e sostenibile di questo nuovo fenomeno”, ha aggiunto l’Europarlamentare Nicola Danti, relatore della risoluzione sull’economia collaborativa.
Si apre dunque una nuova fase di sviluppo dell’innovazione tecnologica per la cooperazione in Europa?