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Aumentano le imprese sociali in difficoltà. L’innovazione potrebbe essere uno strumento per invertire questa tendenza, ma c’è una scarsa consapevolezza delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Sono questi, in estrema sintesi, i risultati emersi dal dodicesimo Osservatorio sull’Impresa sociale, realizzato dall’Isnet. È l’unica indagine continuativa in Italia con indicatori aggiornati sull’andamento economico, la propensione all’innovazione e il sentiment occupazionale del mondo delle imprese sociali.
Accanto all’analisi economica è stato realizzato un approfondimento sull’impresa sociale 4.0 realizzato in partnership con Banca Etica, per conoscere l’impatto delle nuove tecnologie sulle imprese sociali.
«Si tratta della prima indagine su tali tematiche e i risultati indicano quanto sia importante accompagnare il mutamento in atto aumentando conoscenza e sensibilizzando le imprese sociali», afferma Laura Bongiovanni presidente dell’Associazione Isnet.
Le difficoltà
Dopo un trend positivo durato 5 anni – durante il quale il numero delle cooperative sociali in difficoltà è diminuito costantemente, passando dal 39,3% al 15% – nell’ultimo anno c’è stata un’inversione di tendenza.
- +4,5%: l’aumento delle cooperative sociali in difficoltà (che oggi toccano il 19,5%)
- dal 42% al 40%: la flessione, seppur lieve, delle imprese con un andamento in crescita
- -8%: le imprese sociali che prevedono incrementi del personale (31% del campione a fronte del 39% del 2017)
Ma l’elevato valore sociale di queste imprese ad alta intensità relazionale ha contribuito a contenere i “danni”. La maggior parte delle organizzazioni, infatti, è riuscita a garantire livelli di stabilità occupazionale (+11,5% rispetto allo scorso anno). E anche tra le realtà con un andamento economico stabile permane un atteggiamento fiducioso: il 78,2% delle organizzazioni prevede che l’organico resterà invariato.
Il ruolo dell’innovazione
Le imprese sociali sembrano comprendere l’importanza di investire in innovazione (+13,7% quelle che hanno sviluppato nuovi prodotti e servizi, +8,3% hanno identificato nuove aree geografiche in cui operare). Ma non riescono a sfruttare fino in fondo le potenzialità delle nuove tecnologie. I dati – i primi in Italia – evidenziano l’importanza di accompagnare le imprese sociali su questi temi.
Il 94% del panel dichiara che gli obiettivi di innovazione non sono stati completamente raggiunti, e che “si sarebbe potuto fare di più”.
I principali ostacoli riguardano una scarsa risposta del mercato sia pubblico che privato (43,6%, + 10% rispetto lo scorso anno) e la presenza di resistenze interne al cambiamento (34%, + 12,6% rispetto al 2017).
Dal focus su Impresa sociale 4.0, realizzato da Isnet in partnership con Banca Etica, è emersa una scarsa consapevolezza del potenziale delle nuove tecnologie per le imprese sociali.
La ricerca ha considerato 10 aspetti: robotica avanzata, nuovi materiali, sensoristica, intelligenza artificiale, stampa 3D, blockchain e moneta virtuale, veicoli che si guidano da soli, genetica e bioprinting, sharing economy, digitalizzazione dei processi. Tra le imprese sociali che hanno indicato “non so rispondere” e quelle che hanno riscontrato un “impatto né positivo né negativo”, il 37% del campione ha evidenziato una scarsa consapevolezza.
Le cooperative che operano nell’assistenza sociale sono quelle con un maggior livello di consapevolezza: il 14,1% ritiene che la robotica possa avere effetti positivi. Contrariamente alle aspettative, solo l’11,1% delle cooperative del settore sanitario prevede effetti positivi.
La consapevolezza aumenta al crescere degli anni di attività.
Anche sui nuovi materiali, sono le cooperative sociali più giovani ad avere minore consapevolezza, solo l’8,3% ritiene che questi possano avere un impatto positivo sulle loro attività.
La maggior consapevolezza la si trova nelle cooperative sociali che si occupano di manifattura (46,2% di queste ritiene che i nuovi materiali possano avere impatto positivo) e di ambiente e agricoltura (33,3%).
La ricerca
L’analisi è stata condotta in particolare sulle cooperative sociali in quanto espressione più significativa del fare “impresa sociale”. Tuttavia, una parte della ricerca ha interessato anche le imprese sociali ex lege (D Lgs 155/2006), le Società Benefit e B-CorpTM e le SIAVS (start up innovative a vocazione sociale).
Nel periodo compreso tra marzo e giugno 2018, sono state condotte le interviste alle Imprese sociali in Italia. Sono stati somministrati 400 questionari a responsabili delle cooperative sociali (prevalentemente presidenti e direttori) e altri 100 questionari a organizzazioni di impresa sociali ex lege (Dlgs 155/06). Infine, è stata condotta un’analisi qualitativa (15 interviste) su Società Benefit, B-Corp e SIAVS (Start Up Innovative a Vocazione Sociale).
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