Pubblicato il rapporto UBI Banca su finanza e Terzo settore sugli andamenti finanziari

 

La VII edizione dell’Osservatorio UBI Banca su «Finanza e Terzo settore» https://www.ubibanca.com/ubi/Osservatorio_UBI, restituisce una fotografia della cooperazione sociale italiana che evidenza, rispetto alla precedente edizione dell’Osservatorio, da un lato, una sostanziale stabilità per il 2018 delle previsioni di entrate da contributi, convenzioni, donazioni e rapporti con la Pubblica Amministrazione; dall’altro, un incremento delle previsioni di crescita delle entrate market, a conferma della crescente consapevolezza da parte della cooperazione sociale italiana del mercato a domanda pagante diretta come elemento strategico nel perseguire la propria stabilità economica di lungo periodo. All’interno del mondo della cooperazione sociale, si possono cogliere due orientamenti che marcano settorialmente i dati sulle previsioni di entrate per il 2018: un settore, quello socio sanitario, che conferma ancora il legame con la P.A. e un ulteriore settore, quello ambientale, anche per questa edizione dell’Osservatorio, sempre più orientato verso logiche di mercato.
Nel rapporto con gli istituti di credito, la VII edizione dell’Osservatorio rileva una sostanziale stabilità, nel confronto con l’anno precedente, del numero medio di banche con cui le cooperative sociali intrattengono relazioni, a conferma della maggioranza di soggetti che intraprendono rapporti pluribancari (soprattutto per ciò che riguarda i consorzi).
Si riduce la percentuale di coloro i quali riconoscono l’applicazione di un differente sistema di valutazione del merito creditizio da parte delle banche con cui la cooperazione sociale ha rapporti, sottolineando una percezione parziale rispetto all’introduzione di metriche che tengono conto di aspetti qualitativi insieme a quelli qualitativi che caratterizzano la cooperazione sociale. Coerentemente a tale dato, si riduce la percentuale di realtà che si dichiarano soddisfatte relativamente ai servizi bancari offerti dagli istituti di credito con cui sono in rapporto e un contemporaneo aumento di coloro i quali si dicono insoddisfatti.
L’andamento delle percentuali di utilizzo dei servizi bancari offerti si conferma complessivamente stabile, con alcune differenze tra le varie tipologie di strumenti utilizzati dalla cooperazione sociale. In particolare, la VII ed. dell’Osservatorio rileva una diminuzione delle percentuali di utilizzo degli strumenti di finanza per la gestione corrente, dei finanziamenti per attività e per investimenti e degli strumenti di pagamento/incasso automatico; per contro, cresce l’utilizzo dei servizi digitali e di quelli bancari assicurativi . Relativamente a questi ultimi, tra chi non li utilizza, si rileva un basso intesse, al contrario di ciò che si rileva rispetto agli strumenti di finanza ad impatto sociale, la cui conoscenza e, di conseguenza, l’interesse all’utilizzo cresce tra le realtà analizzate, complice anche un accresciuto dibattito sul tema all’interno del mondo della cooperazione sociale.
Tra i soggetti che hanno inoltrato richieste di finanziamento (principalmente per coprire i fabbisogni in termini di investimenti), 3 su 5 hanno ottenuto un esito positivo in tal senso, conseguendo il totale dell’ammontare richiesto e quasi 9 su 10 hanno ottenuto almeno la metà. Tra chi non ha ottenuto complessivamente l’ammontare desiderato, la principale motivazione – anche quest’anno – è legata alla richiesta di importi troppo elevati.
Le aspettative per il 2018 relative ai fabbisogni finanziari per investimenti da parte della cooperazione sociale fanno rilevare una riduzione delle previsioni di investimento che, qualora effettuati, saranno coperti principalmente attraverso risorse derivanti da autofinanziamento e, secondariamente, dagli istituti di credito. A fronte di questa percezione da parte delle cooperative analizzate, sembra opportuno sostenere la loro capacità di effettuare investimenti per il futuro: il principale canale individuato a tal fine riguarda gli strumenti finanziari messi a disposizione dal sistema cooperativo, come i fondi mutualistici piuttosto che Cooperazione Finanza Impresa – CFI.
Sempre in termini previsionali, aumentano le cooperative sociali che dichiarano di non avere debiti con le banche; tra chi ha invece contratto debiti con istituti di credito, la percezione per il futuro è di una crescita dell’ammontare degli stessi.
Oltre al trend sulla cooperazione sociale, la VII ed. dell’Osservatorio ha analizzato le evidenze relative alle startup innovative a vocazione sociale, esaminando in particolare le diversità e le analogie esistenti tra società costituite in forma di Srl piuttosto che cooperativa e tra i due cluster relativi agli anni di attività (1-3 anni e 4-5 anni), nonché rispetto al mondo della cooperazione sociale.
Rispetto al tema delle entrate per il 2018, sia da contributi, convenzioni, donazioni e rapporti con la Pubblica Amministrazione che market , si evidenzia un’importante tendenza di crescita da parte delle SIAVS, soprattutto quelle costituite in forma cooperativa e da minor tempo (1-3 anni), formulando al contempo previsioni migliori rispetto alla cooperazione sociale per entrambe le tipologie di fonti di entrate.
Nella relazione con gli istituti di credito, le SIAVS – realtà imprenditoriali molto giovani per definizione – sottolineano l’esistenza di rapporti principalmente monobancari, soprattutto (anche in questo caso) per ciò che riguarda le realtà cooperative e di più recente costituzione (1-3 anni), a differenza di quanto evidenziato per il mondo della cooperazione sociale, più marcatamente caratterizzata da rapporti con una pluralità di soggetti creditizi. La percezione da parte delle SIAVS del trattamento in termini di valutazione del merito creditizio personalizzato è sostanzialmente negativa: ciò è vero in particolare per le imprese con forma giuridica Srl e costituite da 3 anni o meno. Al contempo, tuttavia, si rilevano buoni livelli di soddisfazione dei servizi utilizzati, soprattutto per le realtà cooperative e più «giovani» (1-3 anni): questo può significare che l’offerta bancaria venga percepita come sufficientemente adeguata nonostante non sia prettamente formulata per le startup . Tra i servizi utilizzati emergono specialmente – come per le cooperative sociali – i servizi digitali e – a differenza di quanto rilevato per la cooperazione sociale – le richieste di finanziamento sia per attività (da parte soprattutto delle Srl e delle SIAVS costituite da 1-3 anni) sia per investimenti (in particolare avanzate dalle cooperative e dalle realtà operative da maggior tempo – 4-5 anni).

Se, da un lato, si rileva un sostanziale disinteresse per i servizi bancari assicurativi (tra chi non usufruisce già) all’interno del mondo delle SIAVS (come già rilevato anche per la cooperazione sociale), dall’altro, invece, a fronte di una conoscenza minoritaria degli strumenti di finanza ad impatto sociale, emerge un forte interesse all’utilizzo di questi ultimi – soprattutto da parte delle SIAVS costituite in forma cooperativa e da 4-5 anni.
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2. Startup innovative a vocazione sociale (continua)
Le donazioni ( grant ) sono la principale fonte esterna attraverso cui le SIAVS hanno canalizzato risorse per il loro avvio; ciò è evidente in particolare per le Srl mentre le realtà costituite in forma cooperativa hanno attinto principalmente a risorse di natura finance .

La maggior parte delle SIAVS analizzate non ha inoltrato richieste di finanziamento nell’ultimo triennio; tuttavia, tra coloro i quali l’hanno fatto, 4 su 5 ha ottenuto l’intero importo (in misura superiore rispetto alle cooperative sociali). Si tratta, soprattutto, di realtà costituite in forma di società a responsabilità limitata e da più di 4 anni. Tra chi non ha ottenuto l’intero importo richiesto, la principale ragione riguarda il tema delle garanzie (insufficienti o totalmente mancanti), a differenza dalle cooperative sociali per le quali la principale motivazione in tal senso faceva capo all’importo richiesto troppo elevato. Inoltre, l’impiego da parte delle SIAVS degli importi dei finanziamenti ottenuti riguarda in primis gli investimenti a medio-lungo termine, effettuati particolarmente dalle imprese costituite in forma cooperativa.

In prospettiva futura, la maggior parte delle SIAVS dichiara la volontà di effettuare investimenti nel 2018, in particolar modo coprendo il fabbisogno finanziario attraverso risorse provenienti da autofinanziamento e, secondariamente, da soggetti privati: per entrambe le categorie di fonti di copertura, le percentuali più elevate fanno riferimento alle SIAVS Srl e costituite da almeno 4 anni.

Un terzo delle startup osservate non ha finora contratto debiti con le banche e non prevede di farlo per il futuro (soprattutto tra le imprese cooperative); mentre tra chi ha debiti, la maggior parte prevede un incremento di questi (in particolare tra le Srl e le realtà di più recente costituzione – 1-3 anni) o una loro stabilizzazione (soprattutto tra le cooperative).

Infine, sempre in ottica prospettica, le SIAVS interpellate ritengono che per il proprio sviluppo sia necessario principalmente un supporto di natura manageriale e, solo secondariamente, di natura finanziaria (finanziamenti seed & preseed ). Ciò a dire che per poter crescere, tali realtà percepiscono il supporto in termini di competenze maggiormente strategico rispetto a quanto possano attribuire in termini di importanza ad un supporto di natura economico-finanziaria.