di Antonietta Mastrangelo
I ricercatori del MIT hanno istruito una rete neurale per identificare i sintomi della depressione nei testi e nelle conversazioni dei pazienti. Si tratta di una nuova tecnologia realizzata dai ricercatori del MIT e basata su un sistema di intelligenza artificiale, che potrebbe presto essere utilizzata per aiutare i medici a diagnosticare i casi di depressione.
Attualmente gli psichiatri identificano i tratti caratteristici della malattia, sottoponendo
al paziente specifiche domande sul suo passato, su malattie pregresse, sul suo umore, sul suo stile di vita e via dicendo, interpretandone le risposte.
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’analisi delle risposte a queste domande, non è in realtà una novità assoluta, almeno a livello sperimentale.
Negli ultimi anni infatti, diversi team di ricerca hanno ottenuto in questo campo risultati apprezzabili.
Ma il risultato fornito dai modelli, per quanto preciso ed affidabile, rimane limitato ad un utilizzo minimo, perché il sistema è in grado di valutare solo alcune specifiche domande.
Tuka Alhanai, primo ricercatore presso il Computer Science and A.I. Lab. del MIT, e suoi colleghi però, sono riusciti a spingersi ben oltre, realizzando una rete neurale in grado di svelare i segnali della depressione,in qualsiasi testo scritto o discorso proveniente da un paziente oggetto di analisi.
A tal proposito il sistema analizza parametri quali le parole utilizzate, la sintassi, il tono di voce e tutti gli schemi correlabili alla depressione.
Ma il punto di forza di questo softwareè caratterizzato dal fatto che può funzionare senza vincoli di contesto, quindi senza bisogno di analizzare le risposte alle classiche domande diagnostiche.
I ricercatori infatti hanno addestrato il software su centinaia di conversazioni, sia scritte sia in forma di file audio, tenute dai medici con pazienti depressi e sani.
Così una volta immagazzinati i dati, il sistema ha cercato e identificato gli schemi ricorrenti: dall’utilizzo di parole negative come “triste”, “di cattivo umore” eccetera, al tono della voce, dalla velocità delle parole alle pause.
Il legame tra la depressione e questi segnali è stato ampiamente esplorato in numerose ricerche svolte negli anni, ed è quindi stato relativamente facile per gli scienziati, mettere queste informazioni in relazione tra loro.
Il sistema è stato messo alla prova su 142 interviste a pazienti psichiatrici in formato audio e video selezionate dal Distress Analysis Interview Corpus, al quale si sono aggiunte le interazioni con alcuni pazienti virtuali controllati dai ricercatori.
Per l’identificazione del grado di depressione si è ricorsi ad un punteggio compreso tra 0 (non depresso) a 27(gravemente depresso), attraverso una raccolta di colloqui.
Le prestazioni dell’Intelligenza Artificiale sono risultate di tutto rispetto: nel 71% dei casi analizzati, il sistema ha diagnosticato correttamente lo stato di salute del paziente (sano o ammalato), e nell’83% dei malati ha identificato correttamente anche il grado di depressione.
Questo studio ha inoltre, anche evidenziato come l’analisi dei testi scritti abbia portato alla diagnosi corretta più rapidamente e in modo più preciso rispetto ai file vocali.
I risultati di questo lavoro sono ancora molto lontani dal poter essere utilizzati in applicazioni concrete, ma aprono la strada a scenari utili e interessanti.
È bene sottolineare che, l’obiettivo dei ricercatori non è quello di arrivare a sostituire i medici, ma di mettere a loro disposizione strumenti per una diagnosi sempre più precoce.
Interessante a tal proposito, la realizzazione di app per smartphone in grado di monitorare, attraverso l’ascolto della voce, l’evoluzione della malattia in pazienti psichiatrici e avvisando i clinici di riferimento, in caso di repentini peggioramenti.
Ma anche l’utilizzo di sistemi analoghi in grado di diagnosticare altre malattie psichiatriche o disturbi cognitivi e dell’apprendimento.
Un panorama molto ampio quello concernente gli utilizzi delle tecnologie applicate alla diagnosi e alla cura dei disturbi mentali, finanche ad altre patologie ad essi correlati, per una migliore gestione della malattia e della vita quotidiana del paziente, ancora tutta da “esplorare”,grazie alla creazione di sistemi in grado di migliorare lo stile di vitadelle persone affette dalle malattie neuropsichiatriche e dai disturbi mentali di varia entità.