Studi nazionali e internazionali hanno già da tempo segnalato l’esistenza di una relazione tra disabilità e deprivazione socioeconomica, che richiede di essere affrontata con opportune politiche e misure di contrasto.
L’ISTAT ogni anno pubblica statistiche sulla povertà assoluta e relativa, sul rischio di povertà e di esclusione sociale, ma al loro interno non troviamo dati specifici sulla condizione delle persone con disabilità e/o confronti col resto della popolazione. Le ultime informazioni pubblicate sono quelle contenute nel Rapporto sulle politiche contro la povertà e l’esclusione sociale, promosso nel 2012 dalla Commissione d’Indagine sull’Esclusione Sociale (CIES) del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che si avvale dei dati ISTAT sul reddito e le condizioni di vita (EU-SILC 2010). In questo caso le persone con disabilità considerate sono quelle dai 15 anni in su, per cui non disponiamo di informazioni compiute sulla povertà dei minori con disabilità.
La prima considerazione proposta nel Rapporto CIES è che, nel complesso, pensioni e indennità sembrano tutelare le persone con gravi limitazioni dell’autonomia personale da un rischio di povertà molto più elevato rispetto al resto della popolazione: l’incidenza registrata è, infatti, del 17,5% tra le persone con gravi limitazioni, contro un valore pressoché analogo del 16,8% tra le persone senza limitazioni.
Diversa appare invece la situazione relativa alla deprivazione materiale, colta attraverso le difficoltà a sostenere una serie di spese o al possesso di alcuni beni durevoli. Una condizione, questa, che interessa le persone con limitazioni dell’autonomia personale in misura maggiore rispetto al resto della popolazione. Vivono, infatti, una condizione di deprivazione materiale il 24,7% degli individui con limitazioni gravi e il 19,7% dei non gravi, a fronte del 14,2% delle persone senza limitazioni.
Da questa breve analisi ne deriva quindi che gli indici di povertà economica non riescono a cogliere in modo adeguato l’effettivo tenore di vita delle famiglie con una o più persone con disabilità, e rischiano di sottostimare il loro reale disagio economico.
Le condizioni peggiori si riscontrano nel Meridione, dove si calcolano quote di oltre il 15-20% di persone con limitazioni funzionali che dichiarano di aver dovuto rinunciare per motivi economici alle prestazioni sanitarie.
In questo panorama si inseriscono le norme per il cosiddetto “reddito di cittadinanza” che ha illustrato molto bene il portale handylex a questo link da leggere con attenzione: tante chiacchiere come questo governo ci sta abituando, ma nessun aumento per l’entità degli assegni.