Il Presidente della Repubblica lo ha affermato in occasione delle celebrazioni per il centenario di Confcooperative. Cura delle città e contrasto allo spopolamento delle aree interne obiettivi prioritari.
“Quanto avete fatto in questi decenni, quanto fa il movimento cooperativo nel nostro Paese, sottolinea ancora una volta il ruolo fondamentale delle formazioni sociali e dei corpi intermedi – che, non a caso, la Costituzione esprime come pilastro portante della vita della Repubblica – e sottolinea il ruolo decisivo del terzo settore e l’esigenza di tutelarlo”.
In questo senso “l’articolo 45 della Costituzione non soltanto riconosce la funzione sociale della cooperazione, ma dà mandato alla Repubblica di sorreggerla, di promuoverla, di svilupparla, cioè di sostenerla”. Oggi “vi sono obiettivi in tante direzioni di grande importanza. Vorrei sottolinearne due […]: la cura delle città e il contrasto allo spopolamento di zone interne. Tanti borghi appenninici o alpini sopravvivono nel nostro Paese per la presenza di cooperative di produzione del lavoro. È un contributo decisivo all’equilibrio del nostro Paese e una frontiera decisiva per la vita del nostro Paese: quella delle zone interne e montane da preservare e mantenere in attività e popolate adeguatamente.
Sono alcune delle parole che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato in occasione delle celebrazioni per il centenario di Confcooperative, svoltosi il 14 maggio 2019 a Roma.
“Non posso fare a meno di formulare espressioni di saluti e di auguri per il vostro congresso.
Sono davvero molto lieto di partecipare, insieme al Presidente del Consiglio e ad altri rappresentanti delle istituzioni, a questo evento di celebrazione dei cento anni di Confcooperative.
Questo lungo periodo ha visto molti eventi e grande attività. Nei primi decenni del secolo di attività, il movimento cooperativo ha promosso lo sviluppo di ampie fasce del nostro Paese, sostenendo, promuovendo e consolidando diritti di gruppi e di persone spesso ai margini della vita sociale. Dopo le rovine della guerra ha fortemente contribuito alla ricostruzione dell’Italia e quindi alla crescita del nostro Paese nei decenni successivi.
Il movimento cooperativo ha costituito, sin dall’inizio, un tessuto di protagonismo e partecipazione. Per questo l’Assemblea costituente – di cui abbiamo poc’anzi rivissuto, con una grande efficacia scenografica, il dibattito sulla cooperazione – ha preso atto e ha fatto proprio il valore della cooperazione con l’Articolo 45 (tale divenne poi nella versione definitiva della Costituzione) che evoca e sviluppa l’articolo 2 della Costituzione.
Non è un caso che l’articolo 45 adoperi lo stesso verbo dell’articolo 2: ‘riconoscere’. L’articolo 2 riconosce i diritti delle formazioni sociali, ed evoca esplicitamente il valore della solidarietà, parola chiave del movimento cooperativo.
E l’articolo 45, non soltanto riconosce la funzione sociale della cooperazione, ma dà mandato alla Repubblica di sorreggerla, di promuoverla, di svilupparla, cioè di sostenerla.
Questo è avvenuto nel corso del tempo. Vi è stato a lungo, in tante riprese, un forte sostegno delle istituzioni perché nell’Assemblea costituente ci si è resi conto – e questo si è trasferito nei successivi atteggiamenti – di quanto il protagonismo sociale fosse decisivo per il nostro Paese.
Dopo la Costituente, naturalmente, sono intervenuti molti mutamenti, condizioni nuove, e il movimento cooperativo si è mosso cercando di adeguarsi, sempre muovendosi tra le rigide categorie dello statale e del privato, e contrastando l’erronea convinzione che la vita sociale ed economica si possa esaurire nella dicotomia ‘statale e privato’.
In questi mutamenti in cui si è via via dato vita, con moduli diversi e con condizioni differenti, a questo dinamismo sociale, una delle risposte è stata quella dell’Alleanza della cooperazione. I soggetti più importanti della cooperazione hanno deciso di applicare fra di loro il principio collaborativo che sta alla base della cooperazione e hanno espresso, in un manifesto, un progetto di indicazioni importante per il nostro Paese: sul lavoro, sulla legalità, sull’innovazione, sul welfare, sulla sostenibilità ambientale e sociale.
Vi sono obiettivi in tante direzioni di grande importanza. Vorrei sottolinearne due, che poc’anzi il Presidente Gardini ha ricordato: la cura delle città e il contrasto allo spopolamento di zone interne. Tanti borghi appenninici o alpini sopravvivono nel nostro Paese per la presenza di cooperative di produzione del lavoro. È un contributo decisivo all’equilibrio del nostro Paese e una frontiera decisiva per la vita del nostro Paese: quella delle zone interne e montane da preservare e mantenere in attività e popolate adeguatamente.
Quanto avete fatto in questi decenni, quanto fa il movimento cooperativo nel nostro Paese sottolinea ancora una volta il ruolo fondamentale delle formazioni sociali e dei corpi intermedi – che, non a caso, la Costituzione esprime come pilastro portante della vita della Repubblica – e sottolinea il ruolo decisivo del terzo settore e l’esigenza di tutelarlo, sottolinea il grande rilievo dell’economia civile, come ha poc’anzi detto il Presidente Gardini, e come si è detto nei giorni del festival di Firenze.
Si tratta di realtà capaci di penetrare in maniera più efficace e più puntuale nel tessuto sociale, più rassicuranti per i nostri concittadini.
Per questo ciò che fa il movimento cooperativo nel nostro Paese è decisamente importante.
Grazie per la vostra attività e auguri”.