L’associazione Ciampacavallo onlus, che dà lavoro e assistenza a circa 750 persone con disabilità, c’è ancora tempo per evitare che venga sfrattata dal territorio che occupa: circa 3 ettari nel Parco dell’Appia Antica, a Roma. Il terreno, infatti, di proprietà della Fondazione Gerini, assieme alle aree circostanti (circa 40 ettari), ora, è stato venduto a un privato.
La viceministra agli Affari Sociali, Maria Teresa Bellucci, l’assessore regionale alle Politiche sociali della Regione Lazio, Massimiliano Maselli, hanno partecipato all’incontro pubblico insieme ai presidenti delle consulte sulla disabilità del Comune di Roma.
Dice l’assessore Massimiliano Maselli: “La Regione può agire in autotutela: la nuova giunta- ha detto – ha un interesse diverso. Quindi, dopo aver contattato l’ente Parco per capire la ragione della sua scelta, dovremmo poi trovare circa 800 mila euro: il valore riconosciuto al territorio oggetto della trattativa. E faremo di tutto perché questo possa accadere. Questa è una bellissima realtà che è difficile immaginare da un’altra parte. Da parte nostra – ha sottolineato l’assessore – l’Impegno è massimo. Speriamo di darvi buone notizie nei prossimi giorni”.
Il Governo oltre che rappresentanti istituzionali interni alla Regione Lazio, come l’assessore regionale al Bilancio e all’Agricoltura Giancarlo Righini, sono certi di poter trovare un modo di consentire alla Ciampacavallo di diventare titolari di quei tre ettari che occupano da oltre 30 anni.
Lo spazio, appunto di circa tre ettari, da più di 20 anni è diventato un punto di incontro e sostegno per le famiglie: circa 1.200 soci. All’interno ci sono una fattoria sociale, un centro di equitazione integrata, uno spazio per i laboratori.
Matteo De Lorenzo, presidente dell’associazione Ciampacavallo: “Il nostro è un laboratorio di inclusione sociale in cui persone con disabilità di ogni tipo e di ogni età, vengono qui a lavorare insieme, persone a volte espulse da alcuni centri per le loro gravi disabilità, negli ultimi anni molte realtà hanno chiuso. Noi non solo siamo rimasti aperti e siamo riusciti a gestire e garantire il funzionamento. Ma ora rischiamo di scomparire”.
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