Dalla lettura dell’ultimo libro di Umberto Lucarelli “Montecristo”

Uscito il 5 luglio scorso, l’ultimo libro di Umberto Lucarelli “Montecristo”, su Amazon, una riflessione la sua, necessariamente polemica, un libro rabbioso, nel periodo della pandemia, una presa di coscienza sulla follia dei nostri giorni, una silente “guerra”, una riflessione doverosa,  non è un libro disperato, in cui non mancano le note più quiete e a volte, malinconiche, i richiami a una possibilità, malgrado tutto, di indicare ancora una speranza, il suo stile è come un flusso di coscienza, dove sono assenti quasi del tutto le punteggiature, uno stile, direi, poetico.

Scrive l’autore “Davanti alla montagna, tutto il panorama sembra più bello,  si vedono alberi stupendi alti e diritti, l’isola di Montecristo,  nel mar Tirreno, parte integrante del parco nazionale ed è una riserva naturale, una sorta di meditazione per capire il senso dell’esistere e vivere all’aria aperta, osservare ogni forma vivente sentire il rumore del mare e la risacca e annusare il salmastro”.

“La vita delle persone in tutto il mondo è divenuta miserevole e superficiale e senza senso povera e triste ma è anche una occasione per gli esseri umani di concentrarsi sul senso dell’esistenza sul dolore sulla morte sul valore in definitiva dei nostri giorni a cosa serve il nostro tempo” scrive sul suo libro.

E ancora “Un tramonto stupendo cala ora sulle montagne e tutte le nuvole si colorano di rosso e nel cielo azzurro si delineano come a matita le punte e gli arrotondamenti dei monti qualcuno sta disegnando nel cielo, che piano si rabbuia e il rosso della nuvola glia si sfuma in violaceo e poi quasi in verde e in grigio tutta la montagna e il cielo si preparano ad accogliere le stelle“, molto poeticamente.

 

 

Photo: Su gentile concessione dell’autore