Le mani di Raffaele si poggiano sulla preziosissima mitra di San Gennaro. Il palmo della mano gli permette di percepirne la grandezza, la forma a pentagono e di capire che ci sono due infule (fasce) che dal retro della nuca scendono sulla schiena di chi la indossa, i polpastrelli invece finiscono nelle scanalature che sembrano ricami, scoprono le pietre preziose e i particolari che la rendono unica. Quelle mani, in cui ci sono gli occhi di Raffaele, tremano dall’emozione. Per la prima volta sta ammirando un’opera d’arte. La famosa mitra di San Gennaro è stata riprodotta in scala 1:1 grazie al progetto che vede il Tesoro di San Gennaro un Museo contemporaneo, accessibile ed inclusivo a tutte le persone con disabilità.
Raffele ipovedente, preme le mani sulla mitra stampata in 3D, dice che è bellissima e poi curioso, chiede ad una guida tutti i particolari tra cui il colore delle pietre preziose. Lui non ha mai visto i colori, eppure la descrizione della guida è fondamentale: la spiegazione di quella tinta riesce a trasmettere a Raffaele una sensazione precisa. E non è un caso. Maria, la guida che accompagna Raffaele per poterlo aiutare si è preparata seguendo un corso di formazione in cui è stata bendata proprio per comprendere il più possibile le esigenze di chi ha una disabilità.
E così quel “vietato toccare”, imperativo che spesso si legge su cartelli dei musei a caratteri cubitali, a Napoli diventa quasi una provocazione e in effetti si sa, quando si ha a che fare con San Gennaro, tutto può essere ‘diverso’. Così nel museo dove è custodito il suo tesoro le mani diventano lo strumento essenziale per godere della bellezza espressa da oggetti preziosi come la sua Mitra, la collana, gli ostensori, i calici, e la croce episcopale.
“Il nuovo percorso intrapreso dalla Deputazione è sempre di più rivolto al sociale, alla fruizione delle opere che compongono il Tesoro a tutte le categorie, alla realizzazione di un nuovo museo inclusivo“. Dalle parole di Girolamo Carignani di Novoli, membro della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro si capisce che il museo del Tesoro di San Gennaro, diretto da Francesca Ummarino e con la curatela scientifica della storica dell’arte Laura Giusti, è diventato completamente accessibile. E non parliamo solo dell’abbattimento di tutte le barriere rivolte agli ospiti, ma anche di quelle che riguardano chi si occupa di raccontare le opere, come i ragazzi del progetto Scintillarte. A contatto con l’arte riescono a superare le loro difficoltà cognitive accogliendo i turisti e facendo loro da guide spiegando la storia dei singoli pezzi del Tesoro di San Gennaro. “Parliamo di accessibilità e di superamento delle barriere sensoriali, cognitive e architettoniche ma anche di inclusione e naturalmente accoglienza – dichiara Ilaria D’Uva amministratore della società D’Uva, che da ottobre 2021 gestisce il museo su incarico della Deputazione – Napoli è così, accoglie tutti, e la Deputazione, insieme a me, e alla mia azienda, desidera che il Tesoro faccia lo stesso, accogliendo e includendo grandi e piccini, con tutte le abilità, le appartenenze culturali, le lingue, le religioni e gli interessi“. La grande rivoluzione che ha reso il museo completamente accessibile a tutti coloro che soffrono di una disabilità è stata realizzata grazie alla sinergia della Deputazione, della società D’Uva e grazie al supporto della Fondazione Deloitte e dei Fondi della Comunità Europea per la “Rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nel Museo del Tesoro di San Gennaro“.
Il progetto, comprende non solo la riproduzione in 3D dellla Mitra ma anche dei pannelli i e pannelli tattili touchstone per riconoscere le forme della collana di San Gennaro, degli ostensori e degli altri doni dedicati al Santo Patrono, altri pannelli in braille con la descrizione delle sale, videoguide in Lis accessibili grazie ai QRcode e l’ampliamento di “Un Tesoro di audioguida“, che si arricchisce di ulteriori 6 lingue (cinese, giapponese, coreano, ucraino, russo e portoghese,) in aggiunta a quelle già presenti (italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco e napoletano).
Photo: Manievulcani.com