“Un burattino di nome Pinocchio” di Giuliano Cenci
GIOVEDI 16 NOVEMBRE 2023 – ORE 20.45
Teatro San Gaspare – Via Tor Caldara 23, Roma
Iniziativa promossa dalla Cooperativa Sociale Integrata MATRIOSKA nell’ambito del progetto “Pinocchio nel paese delle meraviglie – VII edizione” – con il patrocinio e il finanziamento della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiC Ministero della Cultura.
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“Un burattino di nome Pinocchio” è un lungometraggio di animazione italiano del 1972. È l’opera più nota dell’animatore e regista Giuliano Cenci, considerato dalla critica per talento e capacità organizzative il Walt Disney italiano.
Ispirato ai modelli classici di Attilio Mussino, al film d’animazione presero parte in qualità di consulenti per la riduzione cinematografica anche gli eredi di Carlo Collodi, i nipoti Mario e Antonio Lorenzini, che considerarono questa versione di Pinocchio l’unica ad aver rispecchiato perfettamente lo spirito collodiano.
Cenci vi impiegò oltre cinque anni di lavoro con un’equipe di oltre cinquanta fra artisti e tecnici specializzati. Il film fu esportato in oltre venti paesi del mondo.
Il film fu realizzato in full animation, a passo 2 (due fotogrammi per disegno), la tecnica di animazione dei lungometraggi della Disney. A fine lavoro, furono circa 500.000 i disegni che diedero vita al film, tra disegni su carta e fogli di celluloide sui quali venivano riportati, a china e rigorosamente a mano, i tratti degli animatori e degli scompositori. Tali fogli trasparenti venivano poi dipinti al rovescio con colori a tempera murale (che aderivano bene al supporto), dalle mani femminili del reparto colore.
Il padre di Giuliano, Guido Cenci, che anni prima aveva costruito insieme al figlio Renzo una verticale cinematografica per le riprese animate di pubblicità per il Carosello, dotata di un sistema di moto riduttori per le zoomate in avvicinamento con movimenti multi direzionali della cinepresa Arriflex 35mm, per Pinocchio costruì una seconda verticale dotata anche di un sistema a centralina per gli effetti speciali, la quale permise di procedere più rapidamente con le riprese delle numerose scene.
Inoltre, per rendere credibili alcuni movimenti particolarmente complessi dei personaggi, fu utilizzata la tecnica del rotoscopio di disneyana memoria.
La canzone “Un burattino di nome Pinocchio” è cantata da Renato Rascel, che è anche narratore del film e uno degli autori.
INGRESSO LIBERO
Alle 20.00 apericena solidale i ricavati andranno alla Cooperativa Sociale Integrata MATRIOSKA
PER IL CICLO DEDICATO A PINOCCHIO
UN FILM RARISSIMO IN VERSIONE RESTAURATA DAL CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA/CINETECA NAZIONALE
Photo: Teatro San Gaspare