Clima – Approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti

“Finalmente dopo sei lunghi anni dalla prima bozza e dopo ben quattro governi, l’Italia ha approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), che raccoglie 361 azioni rivolte ai sistemi naturali, sociali ed economici. Si tratta della prima buona notizia con cui si apre questo 2024 e di un passo importante nella lotta alla crisi climatica che arriva dopo anni di ritardi e stalli“, è quanto dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, commentando così la notizia dell’approvazione.

“L’Italia – continua Stefano Ciafani – è sempre più esposta alla crisi climatica che avanza e all’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi, che nel 2023 sono arrivati a quota 378: +22% rispetto all’anno precedente. Per questo è fondamentale che metta in campo una chiara e decisa strategia di prevenzione, attuando al più presto le 361 azioni individuate nel Piano, tra cui le aree e vasche di esondazione e i processi di rinaturalizzazione dei bacini idrografici e dei versanti per ridare spazi ai fiumi, per far sì che la nostra Penisola conviva nei prossimi anni con l’emergenza climatica, evitando così di rincorrere le emergenze. Solo per i danni delle due alluvioni che nel 2023 hanno colpito Romagna e Toscana, l’Italia ha speso 11 miliardi di euro, ossia oltre un terzo della legge di bilancio 2024 appena approvata dal Parlamento. Risorse economiche, che con campagne di prevenzione e azioni di adattamento e mitigazione fatte per tempo, potevano essere in parte risparmiate. Per questo nei prossimi anni sarà importante anche intensificare le politiche territoriali di prevenzione e le campagne di sensibilizzazione sulla convivenza con il rischio, per far diventare il nostro Paese dal più esposto al centro del mar Mediterraneo a un esempio per gli altri“.

In sintesi l’Italia “rischia di pagare un prezzo altissimo in termini di capacità produttiva, perdita di Pil e di posti di lavoro” a causa della crisi climatica, mette nero su bianco il Pnacc. “Servono azioni sistemiche, che attraverso lo stanziamento di risorse in modo strutturato vadano a mitigare gli impatti negativi sulle comunità“, oltre a “maggiori incentivi, anche fiscali, per i sistemi di produzione innovativi, sostenibili ed a impatto climalterante ridotto“.

In questo modo sarà possibile unire la tutela del clima a un maggiore benessere per la popolazione. In un simile contesto, le priorità indicate da Ciafani sono chiare: approvare un Piano nazionale integrato clima ed energia (Pniec) con “Obiettivi più ambiziosi di produzione di energia rinnovabile e di riduzione di gas climalteranti al 2030; una legge sullo stop al consumo di suolo che ancora manca all’appello dopo oltre 11 anni dall’inizio del primo iter legislativo, semplificando anche la demolizione e la ricostruzione degli edifici esistenti ed entro tre mesi si emani il Decreto che attiva l’Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, con funzione di coordinamento tra i livelli di Governo del territorio e dei vari settori.

 

Photo: Greenreport.it