“Forse – scrive Vincenzo Falabella – è sufficiente ricordare quanto ripeteva spesso il compianto Andrea Canevaro, uno dei “padri” dell’inclusione scolastica nel nostro Paese, ovvero che “L’inclusione viaggia sempre. È impossibile tenerla ferma“, per replicare alle parole recentemente espresse dallo storico Ernesto Galli della Loggia, sui mali della scuola italiana sostanzialmente dovuti al fatto di mettere insieme, nelle stesse aule, alunni cosiddetti “normali” insieme ad alunni con disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento o altri bisogni educativi speciali“.
“In ossequio al mito dell’inclusione, nelle aule italiane – caso unico al mondo – convivono regolarmente, accanto ad allievi cosiddetti normali, ragazzi disabili anche gravi con il loro insegnante personale di sostegno (perlopiù a digiuno di ogni nozione circa la loro disabilità), poi ragazzi con i Bes (Bisogni educativi speciali: dislessici, disgrafici, oggi cresciuti a vista d’occhio anche per insistenza delle famiglie) e dunque probabili titolari di un Pdp, Piano didattico personalizzato, e infine, sempre più numerosi, ragazzi stranieri incapaci di spiccicare una parola d’italiano. Il risultato lo conosciamo“: così scrive lo storico Ernesto Galli della Loggia sulle pagine di una delle più autorevoli testate italiane.
Già il linguaggio utilizzato (“allievi cosiddetti normali“, “ragazzi disabili anche gravi“, “ragazzi con i Bes” – e i Bes non sono dislessici o disgrafici, fa capire che l’illustre intellettuale assai poco conosce del mondo della disabilità e di come esso si sia evoluto in questi ultimi decenni. Ma andiamo oltre e soffermiamoci su alcuni elementi di contenuto.
Troppo facile, a questo punto, sarebbe rifarsi a una nota Sentenza della Corte Costituzionale del 1987, ove si scriveva semplicemente che “assumere che il riferimento ai “capaci e meritevoli” contenuto nel terzo comma dell’articolo 34 (della Costituzione) comporti l’esclusione dall’istruzione superiore degli handicappati in quanto “incapaci” equivarrebbe a postulare come dato insormontabile una disuguaglianza di fatto rispetto alla quale è invece doveroso apprestare gli strumenti idonei a rimuoverla, tra i quali è appunto fondamentale l’effettivo inserimento di tali soggetti nella scuola“.
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