Dalla prima analisi del Registro unico del Terzo settore – Runts risulta che iscriversi apre a opportunità economiche e migliora i rapporti con la Pubblica amministrazione.
Un primo rapporto che “Restituisce un importante patrimonio informativo di dati riguardo a un settore rilevante della nostra struttura economica e sociale qual è il mondo del Terzo settore“, con la cui “Riforma il Governo vuole restituire un protagonismo che mai ha avuto prima d’ora, attribuendogli il ruolo centrale e strategico che gli compete“. Numeri e dati che, unitamente alla “Pubblicità” e “Alla messa in trasparenza degli enti“, costituiscono “Elementi centrali per rafforzare quell’imprescindibile legame fiduciario che questo settore deve avere con tutte le parti coinvolte, cittadini, decisori politici e istituzioni, base fondante per la crescita sociale e solidaristica delle nostre comunità“.
Questi alcuni dei passaggi con cui Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, ha chiuso il convegno dedicato alla presentazione della prima analisi del Registro unico del Terzo settore – Runts. Lo studio è stato effettuato grazie all’Osservatorio del Runts, promosso dal ministero del Lavoro e da Unioncamere sulla base di un accordo istituzionale.
Questi i numeri. Dall’analisi risultano, al 31 dicembre 2023, 120 mila gli enti del Terzo settore iscritti al Runts. Un insieme che continua a crescere (a fine aprile gli stessi erano già 126mila) perché, come mostra una indagine campionaria effettuata sui 25mila enti non trasmigrati da altri registri, nati negli ultimi due anni, iscriversi conviene: apre a opportunità economiche, a partire dall’accesso al 5×1000, migliora i rapporti con la Pubblica Amministrazione e consente un maggiore accesso a fondi.
Fonte: Vita.it
Photo: Vita.it