Famiglie protagoniste della V Conferenza internazionale sulla sindrome di Down

In programma a Roma dal 5 all’8 giugno. Eugenio Barone, Presidente del Comitato organizzatore: “E’ un orgoglio per l’Italia“.

Tutto pronto per la V Conferenza internazionale dedicata alla sindrome di Down, organizzata da T21 Research Society (T21RS), in programma a Roma dal 5 all’8 giugno. La missione di T21RS è promuovere la ricerca di base e applicata sulla sindrome di Down, stimolare la ricerca traslazionale e applicare nuove conoscenze scientifiche per migliorare la qualità della vita delle persone con sindrome di Down. L’incontro di Roma sarà un think tank dedicato alla Sindrome di Down che riunirà ricercatori, medici e industriali che conducono studi clinici, organizzazioni di pazienti, famiglie, per tracciare insieme le direzioni future per la ricerca sulla sindrome di Down. L’ultimo incontro, a Long Beach, in California nel 2022 con partecipanti provenienti da 28 paesi diversi in tutto il mondo. Per l’appuntamento di Roma sono previsti circa 500 scienziati, un record per l’edizione di quest’anno. Inoltre, oltre 400 persone si sono registrate per il Programma parallelo per le famiglie.

E’ la prima volta che l’Italia ospita la Conferenza internazionale – spiega Eugenio Barone, ordinario di Biochimica della Sapienza Università di Roma e Presidente del Comitato organizzatore dell’evento per noi è motivo di grande orgoglio. La scelta dell’Italia è una dimostrazione del valore della ricerca che si fa nel nostro Paese nel campo della sindrome di Down“. A livello mondiale, infatti “Il nostro Paese è posizionato molto bene, facciamo una ricerca di elevata qualità. Fare ricerca sulla sindrome di Down è qualcosa che va oltre lo studiare la Sindrome stessa continua Barone – perché ci permette di capire tante altre patologie che si verificano nella popolazione generale, come quelle metaboliche, neurodegenerative e immunitarie. Spesso, in ambito scientifico, si parla di sindrome di Down come condizione di invecchiamento anticipato quindi quello che in una persona potrebbe avvenire intorno ai 60-70 anni, nella persona con sindrome di Down si verifica molto prima, già intorno a 45-55 anni. Dunque aprire una finestra su queste patologie ci permette di vedere qual è la progressione ed eventualmente rallentarla. Studiare la Sindrome di Down ha perciò un valore aggiunto perché oltre a farlo per la Sindrome stessa, lo facciamo per tutta la popolazione in generale”.

Nel corso della Conferenza internazionale verranno presentati gli ultimi dati e aggiornamenti relativi alla ricerca scientifica sulla Sindrome di Down, nonché un’intera sessione, “Industry session“, in cui le principali aziende farmaceutiche e i gruppi di ricerca internazionali coinvolti in sperimentazioni cliniche sulla Sindrome di Down siederanno intorno allo stesso tavolo per discutere lo stato di avanzamento dei lavori e gli obiettivi futuri. “Parlare di sperimentazioni cliniche è un’importantissima novità, vuol dire che la ricerca ha fatto passi enormi, tanto è vero che oggi l’aspettativa di vita di una persona con Sindrome di Down è di circa 60 anni“, ha sottolineato ancora Barone.

Fonte: Dire.it

Photo: Dire.it