Ha preso il via in Australia l’esercitazione internazionale Pitch Black 2024 organizzata dalla Royal Australian Air Force (RAAF) a cui partecipa per la prima volta l’Italia con gli F35. PeaceLink: “La partecipazione italiana è motivo di preoccupazione e costituisce un pericoloso precedente. Di fatto il Governo italiano è uscito fuori dall’area della Nato per andare a fare non si sa bene che cosa“.
Nell’ambito della Campagna aerea in Indopacifico è previsto un addestramento congiunto con la Marina Militare Italiana che ha portato la portaerei Cavour in Australia, a Port Darwin. “La partecipazione italiana all’esercitazione militare Pitch Black 2024 in Australia è motivo di preoccupazione, in quanto in tal modo lo strumento militare nazionale fuoriesce completamente dall’area geografica per cui è stata istituita la NATO (ossia Nord Atlantico ed Europa) – precisa PeaceLink -. L’Italia fa parte della Nato e l’Australia invece no. Un’esercitazione militare che si estende fino in Australia, lontano dai confini italiani, è qualcosa di assolutamente anomalo. Costituisce un pericoloso precedente. Di fatto il Governo italiano è uscito fuori dall’area della Nato per andare a fare non si sa bene che cosa“. Continua l’associazione: “Chi ha scritto la Costituzione italiana non riteneva che il concetto di “Difesa” potesse essere esteso fino all’Australia. Questa proiezione di forze italiane così lontana dai confini nazionali solleva legittimi dubbi sulla conformità di tale scelta con i principi costituzionali. A rendere ancora più inquietante questa esercitazione è il contesto geopolitico in cui si inserisce. Leggiamo infatti sul sito difesaonline.it che l’Australia con la nuova Defence Strategic Review (DSR) si sta preparando a uno scontro militare con la Cina: “La sua tesi centrale è di riorientare le ADF (Australian Defence Forces, che includono l’AA – Australian Army, la RAN – Royal Australian Navy e la RAAF – Royal Australian Air Force) sulla preparazione del conflitto con la Cina, considerato come assai probabile“. Infine i costi di queste scelte militari in Australia non sono da sottovalutare. “Mentre l’Italia è chiamata a tagli annui di almeno dieci miliardi annui per infrazione europea sul deficit di bilancio eccessivo, ci permettiamo dispendiose nuove spese militari in Australia a quindicimila chilometri di distanza e fuori da ogni ragionevole criterio di utilità per la difesa nazionale – conclude PeaceLink -. Come pacifisti non possiamo che lanciare un allarme e rivolgerci ai parlamentari italiani perché svolgano un controllo efficace su queste scelte che rischiano di passare in sordina pur essendo foriere di pericolosi sviluppi“.
Fonte: Redattoresociale.it
Photo: Redattoresociale.it