Teatro della Biennale di Venezia, il Leone d’Oro è andato al Back to Back Theatre, collettivo fondato nel 1987 nello Stato australiano di Victoria dagli artisti Simon Laherty, Sarah Mainwaring e Scott Prince, tutti con disabilità.
Assegnati i premi del Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia, giunto alla 52esima edizione che si è appena conclusa che ha visto la fine del mandato quadriennale dei direttori artistici Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte). Come si legge su bebeez.it/, Il Leone d’Oro è stato assegnato al collettivo australiano Back to back Theatre e quello d’Argento all’ensemble anglo-tedesco Gob Squad. È Niger et Albus il titolo che Ricci/Forte hanno scelto per la rassegna. L’apertura della kermesse ha visto protagonista il collettivo Gob Squad, fondato nel 1994 da un gruppo di artisti attivi tra Nottingham e Berlino. Vincitore del bando della Biennale College (istituita negli ultimi anni per valorizzare giovani talenti) Registi Under 35 della scorsa edizione, Ciro Gallorano ha presentato Crisalidi, da progetto ora diventato spettacolo o meglio performance per due attrici, Sara Bonci e Andreyna De La Soledad, che, senza mai parlare e all’interno di una scena che si apre e chiude a libro e che contiene una scrivania, una sedia e una vasca da bagno, danno vita a una serie di azioni spesso ricche di simboli. Graditissimo ritorno alla Biennale è stato quello di Tim Crouch, pluripremiato autore, attore e regista inglese, che ha portato Truth’s A Dog Must A Kennel (citazione scespiriana dal Re Lear che significa La verità è che un cane deve stare in un canile). Attesissimo lo svizzero Milo Rau, regista teatrale e cinematografico, scrittore e direttore artistico fino allo scorso anno del teatro stabile di Gand in Belgio e da poco del festival Wiener Festwochen di Vienna, ci ha abituati a vederlo affrontare tematiche assai scomode, come la violenza razziale o quella di genere, prendendo spesso spunto da fatti di cronaca. Caterina Balucani ha vinto con Sleeping Beauty la Biennale College per drammaturghi under 40 lo scorso anno e ha affidato il suo testo alla regia di Fabrizio Arcuri. La chiusura più appropriata della rassegna non poteva che essere con il Leone d’Oro dei Back to Back Theatre. Il collettivo è stato fondato nel 1987 nello Stato australiano di Victoria dagli artisti Simon Laherty, Sarah Mainwaring e Scott Prince,. tutti con disabilità, a cui nel 1999 si è aggiunto Bruce Gladwin che ricopre il ruolo di regista e direttore artistico. La sede della compagnia, che ha ricevuto 22 premi nazionali e internazionali, è nella città di Geelong la cui amministrazione sostiene i loro progetti. Si sono fatti conoscere nel 2005 con Small Metal Objects, indagine teatrale su come la società neghi il rispetto alle persone che considera improduttive, mentre Ganesh Against Third Reich del 2011 ruota intorno alle idee di eugenetica e nazismo. E’ in fase di preparazione e prove Multiple Bad Things sulle tensioni razziali, di genere e politiche tra lavoratori. Nell’incontro con la stampa nella cerimonia della premiazione scopriamo che sono loro stessi il motore dei progetti e poi delle creazioni. Per Scott, 37 anni, autistico, “Vogliamo creare opere partendo dalle nostre menti e dai nostri cuori, creare un teatro fedele a noi stessi, fare il teatro che vorremmo vedere, qualcosa che ci faccia divertire. Back to Back ha un’estetica punk: provo gioia a vedere gli occhi del pubblico illuminarsi. Potenza, cura, responsabilità, alterità e speranza sono i fili che accomunano i nostri lavori.” Per Bruce è importante “Creare un’esperienza che sia trasformativa: intrattenere e provocare. Ricordare al pubblico che tutto ciò che abbiamo è il legame umano: fidarsi dell’inconscio, abbracciare incomprensioni, errori e false interpretazioni. Collaborare e offrire opportunità e lavoro agli artisti. Come regista mi interessa la singolarità degli attori, sin dall’inizio la compagnia (che amo perché è anti-sistema ed è l’opposto di come funziona la maggior parte degli ensemble artistici) li ha considerati una risorsa”. A Venezia hanno portato Food Court (come di solito vengono chiamati gli spazi dedicati alla ristorazione nei centri commerciali), una produzione del 2008, il cui tema è il bullismo tra persone con disabilità.
Fonte: Superabile.it
Photo: Superabile.it