Problemi di salute mentale ne hanno, ma a pallone sanno giocare e pure assai bene. Non è un caso se il loro CT, Enrico Zanchini, assai prima di metterlo in bacheca, quest’Europeo, aveva detto che “non c’è nessuno sconto, nessun buonismo, questo è sport agonistico, questi sono giocatori, noi siamo tecnici federali, questa è una squadra vera e forte”, non solo, ma “devono poter essere inclusi in realtà al loro livello”. Tant’è che la prima “Dream Euro Cup”, il campionato europeo di calcio a cinque per persone con patologie psichiatriche, l’hanno appunto vinto loro, gli azzurri (battendo in finale tre a due l’Ungheria in rimonta).
La Dream Euro Cup 2024 è stata organizzata dall’associazione non profit European culture sport and organization (Ecos) e finanziata dalla Commissione Europea, sostenuta da Roma Capitale e patrocinata da Figc, Coni, Cip, Sport e Salute, Regione Lazio, e Rai, con la partecipazione delle ambasciate dei Paesi coinvolti.
“La Dream Euro Cup rappresenta molto più di una semplice competizione sportiva – ha detto Valerio Di Tommaso, presidente Ecos – dimostra come lo sport possa essere uno strumento potente di inclusione e riabilitazione mettendo in evidenza il valore della salute mentale e portando l’attenzione su temi importanti come l’integrazione e la lotta allo stigma della malattia mentale”.
Enrico Manzini è uno dei tredici campioni d’Europa: “Mi sento benissimo quando gioco a pallone, se anche nella giornata ho avuto problemi, tutti questi problemi spariscono”.
Andrea Bachiorri è uno dei due portieri: “Abbiamo avuto tutti delle esperienze difficili nella vita, credo questa sia una rivincita per tutto quello che abbiamo passato e vogliamo onorare questa opportunità”.
Cristiano Maoddi, con la nazionale italiana Crazy for football, è stato campione del mondo nel 2018: “Ci si sente per un momento una persona come gli altri, giocare a pallone aiuta anche a superare anche la malattia”, perché “la malattia non è una colpa, ma un disagio”.
Infine, di nuovo Manzini: “Il futuro? Non lo so, ma adesso mi godo questi momenti”.
Pino Ciociola, 28 settembre 2024
Fonte: www.avvenire.it