Necessario o retorico? Il 3 Dicembre nelle parole di Marina Cuollo, Silvia Lisena e Valentina Tomirotti

Le tre attiviste, note e apprezzate per la loro attività professionale e di divulgazione, hanno espresso la propria opinione sul significato della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.

Oggi, come ogni anno dal 1981, si celebra la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, voluta dall’ONU per sensibilizzare e diffondere consapevolezza sui diritti e sulle tematiche inerenti. Da allora si susseguono, in tutto il mondoeventi di ogni ordine e grandezza con diversi approcci e diversi obiettivi.

Con il passare del tempo, il numero degli appuntamenti è notevolmente aumentato, così come è aumentata l’attenzione mediatica sulla disabilità in generale. Contemporaneamente, si è moltiplicato anche il numero di personedisabili e non – che prendono parola sull’argomento sentendo il dovere di organizzare campagne o condividere opinioni in merito. Non sempre, però, questo avviene in modo adeguato: così facendo, parallelamente ad una narrazione all’avanguardia è cresciuta una retorica colpevole di cementificare pregiudizi e stereotipi.

Per cercare di abbattere questo “Muro“, abbiamo chiesto a tre attiviste come Marina CuolloSilvia Lisena e Valentina Tomirotti, note e apprezzate per la propria attività professionale e di divulgazione dentro e fuori i social network, di esprimere il proprio parere sulla ricorrenza e sul suo significato a 43 anni dalla sua istituzione. Di seguito, riportiamo integralmente il loro contributo.

Marina Cuollo*: “Vorremmo non aver bisogno di una Giornata Internazionale a noi dedicata ma, vivendo in una società profondamente abilista, questa ci serve per ricordare quanti diritti siano ancora negati alle persone con disabilità, e quanta mancanza di consapevolezza ci sia sul tema. Per questo è fondamentale che ci si ricordi delle persone con disabilità non solo il 3 dicembre, ma tutti i giorni: perché noi esistiamo e siamo sempre esistiti“.

Silvia Lisena**: “La mia Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità sarà di ascolto. A questo proposito, ho chiesto ai miei alunni di scrivere su alcuni bigliettini le proprie domande sul mondo della disabilità: è stato interessante constatare la loro curiosità sulle difficoltà che le persone incontrano nel loro quotidiano, come sdraiarsi a letto o viaggiare se sei in carrozzina, oppure sulla differenza tra disabilità dalla nascita e acquisitaCredo che il cambiamento sia un processo che presupponga ascolto: quindi, anche se l’attenzione sul tema dovrebbe essere costante, invito tutti e tutte a usare questa giornata come occasione per conoscere cosa pensa della disabilità chi non ce l’ha. Da lì si possono porre le basi per la realizzazione dell’inclusività“.

Valentina Tomirotti***: “Il 3 dicembre è un’occasione per fare molto più che celebrare o sensibilizzare: è un momento per agire. Questa giornata servericordarci che l’inclusione non è un favore, ma un diritto, e che il vero cambiamento nasce quando smettiamo di relegare la disabilità a un tema “speciale” e iniziamo a considerarla parte integrante della normalità. Non è solo una giornata di consapevolezza, ma di responsabilità condivisa. È il momento di chiedersi: cosa stiamo facendo concretamente per abbattere le barriere, non solo fisiche, ma anche culturali e sociali? Serve? Sì, ma solo se non ci fermiamo ai discorsi. Questa giornata deve diventare un punto di partenza per riflettere e agire, affinché l’inclusione sia un processo continuo, e non un evento annuale. La disabilità non ha bisogno di pietà o celebrazione: ha bisogno di spazio, voce e possibilità. Sta a tutti noi far sì che il 3 dicembre non resti un simbolo, ma diventi un movimento”.

Fonte: Disabili.com

Photo: Disabili.com