Salute mentale, Cardinal Zuppi: “Psichiatri grandi costruttori di umanità”

Il professionista che cura la salute mentale è un grande costruttore di umanità e di pace, perché, rimettendo la pace nell’animo di chi cura, disarma tensioni e aggressività e facilita le relazioni“. Così il cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è intervenuto a Roma durante il “Giubileo della salute mentale“, il convegno promosso dai Tavoli della salute mentale del ministero della Salute e della Cei che si è svolto nei giorni scorsi presso l’Aula Magna della Pontificia Università Lateranense.

“Da anni– ha proseguito il cardinale Zuppila Chiesa in Italia ha voluto prestare particolare attenzione al tema della salute mentale. E quest’anno l’occasione del Giubileo ci offre una ulteriore possibilità di collaborazione con il ministero della Salute“.

Per il Presidente della Cei, intanto, è necessarioRimuovere lo stigma, il pregiudizio che ferisce ed esclude le persone e alimenta la creazione di aree di disagio, che rientrano in quella che Papa Francesco definiscecultura dello scarto“. “Superarelo stigma e l’indifferenza, dunque, è “alla base del prendersi cura dell’altro. Il cuore deve trasformarsi in cura verso l’altro. Occorre costruire una pedagogia dell‘ascolto, dell’accoglienza e della condivisione. Ma occorre anche difendere e non svalutare il nostro Servizio sanitario nazionale“. Infine, rivolgendosi ai professionisti della salute mentale, il cardinale Zuppi ha concluso: “Di fronte al grande aumento del disagio mentale, una “pandemia silenziosa“, con il vostro lavoro costruite una cultura dell’umanità, all’interno della quale la libertà della persona è anche servire gli altri“.

Mentre nel suo intervento Don Massimo Angelelli (Cei),  direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Conferenza Episcopale Italiana ha detto che: “Esistono una serie di disagi nella fascia d’età adolescenziale, preadolescenziale e giovanile. I numeri che abbiamo a disposizione ci parlano di un abbassamento dell’età nell‘inizio di azioni suicidarie, per cui si tratta di una realtà estremamente complessa“.

“Quello che stiamo vivendo oggiha proseguito è una tappa di un cammino iniziato otto anni fa, quando l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute ha deciso di creare un Tavolo sulla salute mentale, perché avevamo capito che c’era un’emergenza strisciante nella società, ma che poco veniva presa in carico. Allora abbiamo invitato circa 15 illustri professionisti per aiutarci a leggere la realtà e a capire cosa stesse accadendo“.

L’azione pastorale della Chiesa, infatti, non puòessere slegata da un contesto reale ha sottolineato don Angelelli Abbiamo lavorato molto bene i primi anni, ma sicuramente una tappa fondamentale è stata quella dell’anno pandemico, durante la quale c’è stata una lettura profonda della realtà. Mi piace anche ricordare che nel dicembre 2020 il Tavolo sulla salute mentale della Cei aveva già preannunciato tutti i rischi che stavamo vivendo e che oggi stiamo ricordando come un’emergenza assoluta“.

Quindi il supporto che dà il Tavolo tecnico sulla salute mentale della Cei èper un’azione pastorale, con diverse finalità: la prima è l’advocacyha aggiunto – cioè rendere presenti questi problemi alla nostra società, e abbiamo trovato tantissime collaborazioni e sponde. Poi ci siamo chiesti se la Chiesa può avere un ruolo in tutto questo, grazie alla sua grande diramazione e presenza sui territori, con le 25mila parrocchie italiane, per cui abbiamo cercato di dare una lettura della realtà e offrire degli strumenti“.

Oggi, dopo otto anni, secondo Angelelli il cammino èmaturo e da qui partiamo convinti di avere ancora più strumenti. Il primo obiettivo che ci poniamo è quello di una lotta senza quartiere allo stigma, perché sappiamo qual è il peso reale che ha sulla vita delle persone. Il nostro impegno è quindi di essere vicini a tutte quelle famiglie che vivono una situazione di disagio all‘interno del proprio tessuto familiare e che non sempre hanno gli strumenti e gli aiuti per poterlo combattere“, ha concluso.

Fonte: Superabile.it

Photo: Superabile.it