Roma celebra Rom e Sinti, tra musica e storie di integrazione: “I commenti razzisti? Sono ignoranti”

L’altro ieri, l’8 aprile alla Città dell’Altra Economia oltre 150 persone per un evento organizzato dall’assessorato alle Politiche Sociali.

L’8 aprile Roma Capitale ha organizzato un evento alla Città dell’Altra Economica, per celebrare la giornata internazionale dei Rom e Sinti. Un evento partecipatissimo, accompagnato però dall’immancabile odio sociale. Ma l’antiziganismo, come spiegato dall’assessore alle Politiche sociali Barbara Funariva contrastato, come facciamo tramite le politiche per il superamento dei campi“.

Oltre 150 persone presenti, musica e cibo tradizionali, tante testimonianze da parte di esponenti della comunità Rom e Sinti della Capitale e non solo, la presenza degli assessori Funari e Bruno Zevi (politiche abitaitive), di cooperative e associazioni, artisti. La giornata internazionale dedicata alle due etnie nomadi più presenti a Roma ha mandato un messaggio chiaro: la ghettizzazione si supera anche e soprattutto vincendo i pregiudizi. “Ormai da due anni lavoriamo e approfondiamo questo tema dell’antigitanismo ha proseguito l’assessore Funari -. I commenti alla pagina social di Roma Capitale ci dimostrano che purtroppo è un sentimento diffuso e razzista verso la popolazione di origine Rom e Sinti, è quasi oggettivo, anche dal punto di vista numerico“.

Tra le testimonianze raccolte durante la giornata, spicca sicuramente quella di Draghixa, 20 anni, residente nel campo di Gordiani: “Sono nato e cresciuto a Roma – spiega – mi ritengo romano, rappresento la seconda generazione. Per me è normale vivere lì, anche se vorrei stare in una casa come le altre, perché mi sento diverso, ma si sta bene anche a Gordiani. Non ho letto troppi commenti negativi su questa festa, perché sono ignoranti. La gente non vuole sentire ciò che abbiamo da dire, non lo capisce. Rubiamo tutti? Non è vero, io campo del mio stipendio, faccio il barbiere sulla Tuscolana, una passione che ho sempre avuto e spero di coltivare per sempre. Le persone bisogna prima conoscere, poi si possono giudicare. Anche perché magari si scopre che sono migliori di noi“.

Le storie come quelle di Draghixa sono importanti per quello che è lo scopo principale delle politiche capitoline: far conoscere la cultura Rom e le persone di origine romanì: “Per noi è fondamentaleconclude Funari -. Già molti di loro anche a Roma hanno la cittadinanza italiana e così tutti i diritti di cittadinanza come noi, ma hanno un’origine del popolo Rom e Sinti che bisogna anche conoscere e comprendere a livello storico e culturale. Partiamo da eventi come questi per metterci in ascolto anche di chi non conosce e provare a lanciare un appello di convivialità. L’obiettivo è proprio questo: superare lo stigma e il razzismo attraverso l’incontro e la cultura“.

Fonte: Romatoday.it
Photo: Romatoday.it