Lo scienziato Carlo Antonini: “La disabilità mi ha aiutato nel mio lavoro”

La disabilità mi ha dato la fiducia in me stesso per sviluppare un atteggiamento di problem solving e mi ha insegnato a guardare le persone al di là delle etichette“. In un’intervista, pubblicata nel 2022 sulla rivista Langmuir dell’American Chemical Society e approfondita da Bnews, lo scienziato Carlo Antonini racconta il legame tra la sua professione e l’essere una persona con disabilità. Antonini, nato senza l’avambraccio destro, racconta che questo approccio è essenziale in un campo come la scienza, dove la collaborazione tra persone di diversi background etnici, culturali e religiosi è all’ordine del giorno. E spiega di non volere essere consideratouno scienziato, nonostantela disabilità, o “a causa della” disabilità. La sua carriera, sottolinea, è frutto di passione e vocazione, non una conseguenza della necessità di superare un ostacolo fisico. Lo scienziato – che ha nel suo curriculum diverse esperienze, tra cui un dottorato all’Università di Bergamo e una borsa Marie Curie al Politecnico di Zurigo, e ora insegna all’Università di Milano Bicocca – si sofferma su un episodio in particolare. Parla di un colloquio di lavoro in cui una reclutatrice gli chiese se fosse in grado di svolgere il compito proposto, per via della sua disabilità. Antonini evidenzia come la disabilità non debba essere vista come un limite, ma piuttosto come una condizione da comprendere e supportare con gli strumenti adeguati. “La disabilità è molto più comune di quanto pensiamo“, osserva, ricordando che circa il 15% della popolazione mondiale vive con qualche forma di disabilità.

Fonte: Superabile.it

Photo: Superabile.it