Affetto da una forma abbastanza seria di tetraparesi spastica, Steve Wampler scala la montagna “El Capitan” del complesso montuoso della Sierra Nevada, arriva in vetta a 2308 metri di altezza e poi dichiara che “uno dei problemi più difficili da superare è stato la paura dell’altitudine”. E meno male… Nella vita di tutti i giorni utilizza una sedia a rotelle, per ascendere l’alquanto ripida parete della Sierra Nevada si è costruito una sedia speciale che gli ha consentito, spingendosi con la parte superiore del corpo, di progredire 10-15 centimetri alla volta e di raggiungere, dopo sei giorni di fatiche, la cima del monte.
Le prime esperienze
L’incredibile impresa di Steve affonda le sue radici nella sua pre-adolescenza e adolescenza. Nato a Lafayette, California, dai 9 ai 18 anni frequenta un originale campo estivo nei pressi del lago di Hawley, dove bambini e adolescenti disabili avevano la possibilità di fare esperienze sportive e di socializzazione a contatto con la natura. Gli sport includevano lo sci acquatico, il ciclismo, il tiro con l’arco e appunto l’alpinismo, con il quale Steve ha preso dimestichezza fin da bambino. Steve parla di “Un’esperienza di appredimento fondamentale nella mia vita, che mi ha insegnato che non esistono barriere, e che mi ha aperto gli occhi su quella che sarebbe stata la mia vita senza genitori intorno”. Per tutti gli adolescenti, normodotati e disabili, vivere esperienze di indipendenza dalla famiglia d’origine è fondamentale ai fini della maturazione del carattere: gli entusiasmanti periodi trascorsi nel campo-scuola aiutano Steve a costruirsi quella tempra che, da adulto, gli permetterà di costruirsi una vita autonoma e piena di soddisfazioni.
Dopo aver raggiunto la maggiore età
Raggiunta la maggiore età, infatti, Steve riesce ben presto a realizzarsi sia dal punto di vista professionale, che da quello affettivo. Nel 1999 si laurea in Ingegneria Ambientale all’Università di Davis, sempre in California, e poco dopo si sposa con Elizabeth, dalla quale ha due bambini, Charlotte e Joseph. Lavora per tre anni in una multinazionale, dopodiché apprende che il campo estivo che aveva frequentato da ragazzo aveva chiuso i battenti, e la sua missione principale diventa quella di rifondarlo. Nel 2002 il campo viene riavviato e ribattezzato con il nome di Steve Wampler Foundation: esso tutte le estati accoglie i ragazzi disabili gratuitamente, con le spese che vengono coperte interamente da donazioni e sponsor. Steve si è lanciato nella strabiliante impresa della scalata del monte “El Capitan” anche allo scopo di attirare attenzione sulla sua attività e di raccogliere fondi, scopo raggiunto in pieno: la sua storia ha fatto rapidamente il giro degli USA e ha ispirato anche un film, “Wampler’s ascent“.
Realizzare i propri sogni
Steve, pertanto, non soltanto è riuscito nell’impresa di costruirsi una vita soddisfacente a fronte di un serio handicap fisico, ma ha anche indicato a tanti ragazzi disabili la strada per fare lo stesso. Sul sito web della fondazione c’è scritto che i programmi sono finalizzati a promuovere nei ragazzi “responsabilità, indipendenza ed autostima” con l’obiettivo di dare a ciascuno “la possibilità di realizzare i propri sogni di vita”.