Quali lingue imparare?

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In un mondo che si sta sempre più globalizzando, quali sono le lingue che conviene imparare?

Più passa il tempo, più frequentemente ci capita di avere a che fare con persone straniere. Le relazioni commerciali con l’estero si infittiscono sempre di più; via Internet, comunicare con l’ Australia è facile tanto quanto comunicare con il nostro vicino di quartiere; anche il numero di persone che migrano è diventato molto alto, e il nostro stesso paese sta diventando sempre più multietnico. Pertanto, la conoscenza delle lingue straniere sta diventando sempre più fondamentale: vediamo verso quali lingue conviene indirizzare i nostri sforzi, tenendo anche conto della maggiore o minore difficoltà che un italiano può incontrare nell’impararle.

Inglese: può non bastare

La lingua più utile da imparare rimane sempre l‘inglese, che mantiene il primato di lingua più conosciuta al mondo: secondo le statistiche riportate dal sito statista.com essa è parlata in tutto il mondo da un miliardo e mezzo di persone. Come abbiamo estesamente spiegato in quest’articolo, in Italia un buon numero di persone non conosce l’inglese in modo soddisfacente: a tali persone consigliamo innanzitutto di colmare questa lacuna. Però un miliardo e mezzo di persone rappresenta circa il 20% della popolazione mondiale, ed ancor meno, circa il 5%, sono quelle che parlano l’inglese come prima lingua: molto spesso, quindi, ci si può imbattere in persone che non parlano l’inglese, oppure che lo conoscono poco. Quali lingue è più probabile che parlino queste persone?

Cinese, vale la pena studiarlo?

Circa il 16% della popolazione mondiale parla come idioma nativo una delle varianti del cinese (mandarino, cantonese, min, ecc.). Tali varianti hanno in comune il sistema di scrittura, ma tra di loro hanno delle differenze significative: grosso modo, per rendere l’idea, un cinese del nord ed un cinese del sud si possono intendere allo stesso modo di un italiano e di un portoghese.

Nella lingua cinese, ad alcune parole-base corrisponde un solo carattere: eccone qualche esempio
Nella lingua cinese, ad alcune parole-base corrisponde un solo carattere: eccone qualche esempio

Quindi, non sempre, imparando una variante del cinese, si acquisisce la capacità di comunicare con tutta la Cina. Visto anche che le lingue cinesi sono completamente differenti da quelle europee, e il loro apprendimento richiede molto tempo, noi in linea generale sconsigliamo di imbarcarsi in quest’impresa. E’ vero che l’ economia cinese è in continua crescita e può capitare sempre più spesso, in ambito lavorativo, di trattare con soggetti cinesi; ma è anche vero che, come abbiamo spiegato dettagliatamente in quest’articolo, si tratta di un’economia basata in buona parte sullo sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente, e quindi non è affatto detto che continui a prosperare indefinitamente.

Le tre lingue meno difficili

E’ chiaro che, tra le lingue più parlate al mondo, quelle meno difficili da imparare per noi italiani sono quelle neolatine, ovvero lo spagnolo, il francese ed il portoghese. Una discreta parte dei vocaboli è identica oppure analoga, e le forme verbali sono molto simili: in nessuno dei tre casi si tratta di una passeggiata, ma un pò di mesi di studio e di pratica intensi sono sufficienti per imparare ad esprimersi in modo più che discreto in ciascuna di queste lingue. Visto che lo spagnolo, il francese e il portoghese sono tutte lingue molto parlate nel mondo, può essere cosa saggia rivolgere i propri sforzi prima di tutto ad una di queste lingue. Vediamo, per ciascuna delle tre lingue neolatine, i motivi per i quali può essere importante padroneggiarle.

Spagnolo: si parla in un continente … e mezzo

Spagnolo. E’ la lingua ufficiale in Spagna e in quasi tutti i paesi del Centro e Sud America; é abbastanza diffusa anche negli USA, dove è parlata dal 13% della popolazione, con un’importante presenza di comunità ispaniche soprattutto in California, Arizona, New Mexico, Texas. Complessivamente, più del 4% della popolazione mondiale parla lo spagnolo come prima lingua, una percentuale di poco inferiore a quella relativa all’inglese.

Tutti i paesi che hanno lo spagnolo come prima lingua
Tutti i paesi che hanno lo spagnolo come prima lingua

Essa quindi consente di comunicare con un gran numero di persone, e in particolare può servire agli italiani che lavorano nel campo del commercio internazionale, perchè gli scambi tra Italia e Spagna sono molto intensi: la Spagna è il quarto paese verso il quale si dirige il nostro export.

Francese: importante ma non come un tempo

Francese. Non si parla certo solo in Francia: è la lingua ufficiale in “coabitazione” con altre lingue in importanti paesi occidentali come Canada, Svizzera, Belgio, e in molti paesi africani. La Francia ha una posizione preminente nella farmaceutica, nell’areonautica, nelle telecomunicazioni, nella produzione dell’energia, e quindi la conoscenza del francese può essere di aiuto nel trovare lavoro in questi settori. Inoltre, visto che in molti paesi dell’ Africa si parla francese, molte iniziative per promuovere lo sviluppo in questi paesi vengono portate avanti utilizzando tale lingua. Il francese dal 1600 al 1950 circa è stata la lingua più importante del mondo: successivamente questo ruolo è stato assunto dall’inglese, ma il francese è rimasta la lingua ufficiale della NATO, delle Nazioni Unite, del Comitato Olimpico, della Croce Rossa, e di altre importanti organizzazioni.

Portoghese: la vastità del Brasile

Portoghese. Può sembrare strano, ma i 216 milioni di persone che parlano portoghese come prima lingua non sono molti di meno di quelli che parlano spagnolo, e sono molti di più di quelli che parlano francese. Questo perché il Brasile ricopre un territorio molto vasto, quasi la metà del continente sudamericano, e per quanto la popolazione sia concentrata soprattutto in prossimità della costa, è il quinto paese più popoloso del mondo.

Una veduta di Rio de Janeiro. Solo negli agglomerati di Rio e São Paulo risiedono 30 milioni di brasiliani su 220
Una veduta di Rio de Janeiro. Solo negli agglomerati di Rio e São Paulo risiedono 30 milioni di brasiliani su 220

Il Brasile è anche una potenza economica nascente, e quindi le azioni del portoghese sono in crescita. Visto che lo spagnolo è generalmente più studiato del portoghese, ed è globalmente conosciuto quasi dal doppio delle persone, quella di imparare la lingua portoghese spesso può essere una mossa furba. Per un italiano, il portoghese presenta una difficoltà leggermente superiore a quella dello spagnolo sia per il vocabolario che è leggermente più divergente, sia per alcuni suoni che non sono facilissimi da riprodurre.

Tedesco e russo: due lingue difficili …

Due altre importanti lingue europee, ma sicuramente più difficili rispetto alle tre già discusse, sono il tedesco e il russo. La grammatica di queste due lingue è più difficile rispetto a quella delle lingue neolatine: infatti, sia in tedesco che in russo i nomi, gli aggettivi e i pronomi si declinano, cioè assumono una differente terminazione a seconda del ruolo che giocano nella frase. Sia il tedesco che il russo differiscono profondamente dall’italiano anche nel lessico: il russo, come tutte le lingue slave, ha un numero molto ristretto di termini intelligibili da noi italiani, il tedesco è una lingua anglosassone, ma non pensate che la conoscenza dell’inglese vi possa aiutare più di tanto, la percentuale di vocaboli simili non è molto alta, e anche là dove le somiglianze ci sono, spesso non sono facili da cogliere. Una persona che sa bene l’italiano e l’inglese, ma che non ha mai studiato il tedesco, leggendo oppure ascoltando il tedesco non capisce quasi nulla. Per non parlare del russo, che è anche scritto con un altro alfabeto.

L'alfabeto cirillico utilizzato per la scrittura della lingua russa
L’alfabeto cirillico utilizzato per la scrittura della lingua russa

… ma indubbiamente utili

Due lingue, quindi, molto difficili da imparare; ciò non toglie che i coraggiosi che decidono di imbarcarsi nello studio di una di esse, ne traggono indubbi benefici. La Germania ha una posizione preminente nell’ Eurozona e quindi il tedesco è senza dubbio una lingua utile per tutti coloro che fanno affari in Europa; va anche detto, però, che nella maggior parte dei casi per comunicare con un tedesco è sufficiente l’inglese, anzi, spesso, appena un tedesco si rende conto che uno straniero parla a stento la sua lingua, passa a parlare inglese. In quanto al russo, è parlato da 250 milioni di persone nel territorio dell’ ex Unione Sovietica e anche da un buon numero di persone non giovani negli altri paesi dell’ Est, che lo hanno studiato a scuola prima del crollo del Muro. Un gran numero di pubblicazioni scientifiche e tecniche sono scritte in russo, oltre a varie significative opere letterarie, come quelle di Tolstoj e Dostoevskij: il russo riveste quindi una discreta utilità per varie categorie di studiosi, sia scientifici che letterari. La conoscenza del russo facilita in una qualche misura l’apprendimento delle numerose altre lingue slave, la più importante delle quali è il polacco.

Lingue più “esotiche”: l’arabo e il giapponese

Le svariate lingue che si parlano in Africa e in Asia sono tutte estremamente difficili da imparare: nessuna di esse ha la benchè minima somiglianza con l’italiano, lessico e grammatica sono totalmente differenti, e spesso viene impiegato anche un differente sistema di scrittura. Oltre alle lingue cinesi delle quali abbiamo già parlato in precedenza, quelle senz’altro più utili per chi vuole cimentarsi nell’ardua impresa di impararle sono l’arabo e il giapponese. L’arabo può aiutare a trovare lavoro nei settori dell’ interpretariato, della traduzione, del turismo e dell’ingegneria: in Medio Oriente c’è grande richiesta di ingegneri, in particolare civili, sia nel campo delle costruzioni edili, sia dell’industria petrolifera. Quanto al giapponese, esso è parlato da 122 milioni di persone del mondo e può essere utile soprattutto nel settore del turismo, visto l’alto numero di turisti giapponesi che visitano l’Italia. Altre lingue “esotiche” che possono risultare utili sono il coreano, l’hindi ed il farsi.

Italia più indietro di altri paesi …

Insomma, per chi ha voglia e tempo di imparare una, oppure più, lingue le opzioni sono parecchie, e offrono tutte risvolti interessanti dal punto di vista del lavoro, delle relazioni, dei possibili viaggi. Indubbiamente, in Italia siamo più indietro che in altre nazioni da questo punto di vista: come abbiamo scritto all’inizio, la media degli italiani non ha un’ottima conoscenza dell’inglese, e per le altre lingue le cose stanno ancora peggio. Negli altri paesi europei, Francia esclusa, la popolazione conosce meglio le lingue straniere – compreso a volte l’italiano! – perchè le studia a scuola: in Italia, invece, nella maggior parte delle scuole superiori viene studiata solamente una lingua straniera, di solito l’inglese, e soltanto per tre ore alla settimana.

… ma nelle scuole si studia ancora il latino!!

Uno degli aspetti più grotteschi del sistema scolastico italiano è che in scuole importanti come il Liceo Classico, il Liceo Scientifico, il Liceo Linguistico e il Liceo delle Scienze Umane senza opzione economico-sociale, alla lingua straniera vengono riservate nel migliore dei casi un numero di ore pari al latino, una lingua che nella conversazioni correnti nessuno utilizza più da secoli, neanche nello stato del Vaticano dove il suo uso è riservato solo ai documenti ufficiali.

Al Liceo Classico, sia il latino che il greco si studiano di più della lingua straniera!
Al Liceo Classico, sia il latino che il greco si studiano di più della lingua straniera!

Pertanto, uno studente che magari sceglie il Classico perchè vuole imparare a scrivere bene, oppure lo Scientifico perchè vuole acquisire solide basi matematiche, alla fine del percorso sarà in grado di sciorinare tutte le citazioni dotte in latino che vuole, ma quando andrà all’estero oppure avrà a che fare con persone straniere, potrebbe non essere in grado di comunicare. Sicuramente, ai fini di aiutare i nostri giovani a costruirsi un futuro, la nostra scuola deve liberarsi da schemi così antiquati: sotto il profilo dell’insegnamento delle lingue straniere, si può dire che essa sia rimasta almeno al Settecento, quando i trattati scientifici e filosofici venivano ancora scritti in latino e studiare tale lingua nelle scuole poteva ancora avere un senso.

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