Uno spettacolo teatrale tratto dal romanzo “Troppe scale”
Il teatro può essere inteso come strumento di relazione e conoscenza di sè attraverso l’incontro con il gruppo e con le propria identità, come mezzo di espressione e scoperta, per accompagnare gli individui ad una maggiore conoscenza e consapevolezza delle proprie potenzialità, andando a riequilibrare la percezione che ognuno ha di sè, mettendo in luce le diverse abilità.
Ma il teatro può intendersi anche come metafora della realtà in cui viviamo e dalla quale partire per sviluppare benessere e prendersi cura degli altri
Se l’arte quindi è un ponte tra sè e il mondo, tanto più può esserlo un romanzo che si fa spettacolo teatrale.
Il debutto a Roma
Il 29 marzo 2014 debutta a Roma lo spettacolo “Il signore a rotelle”, tratto dal libro “Troppe Scale!” di Attilio Spaccarelli, iniziativa voluta da alcune associazioni culturali romane, per chiedere l’abolizione di ogni ostacolo che limiti il normale svolgersi della vita di una persona in carrozzina.
Si tratta di uno spettacolo-evento quasi interamente autoprodotto, in collaborazione con Fisiomet, ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) e Soroptimist. L’iniziativa fa parte del “Progetto spacca”, che coinvolge architetti, studenti psicologi e tante altre professionalità. Il libro e lo spettacolo raccontano le difficoltà che le persone disabili incontrano ogni giorno, a causa delle barriere architettoniche e mentali. Il testo – come spiegano infatti i promotori dell’iniziativa – di Attilio Spaccarelli (figlio dell’attrice Lianella Carell, protagonista di Ladri di biciclette di Vittorio De Sica) che da decenni convive con la sclerosi multipla – intende parlare delle troppe scale, appunto, intese non solo come barriere architettoniche, ma anche, e soprattutto, mentali.
Arte come mezzo di esprimere diritti e disagi
Alla conferenza stampa di presentazione del 18 marzo presso il Dipartimento Politiche Sociali Sussidiarietà e Salute del Comune di Roma è intervenuta tra gli altri Erica Battaglia, presidente della V Commissione Politiche Sociali che ha ricordato come l’arte sia uno dei veicoli più importanti per ricordare ogni giorno i diritti e i bisogni delle 80.000 persone con disabilità residenti a Roma e dei 108.000 cittadini non autosufficienti.