Spesso, i servizi pubblici italiani risultano slegati da quelle che sono le reali necessità degli utenti: è questo il senso della recente polemica del CRUFER (Comitato Regionale Utenti Ferroviari Emilia-Romagna), organismo formato in buona parte da pendolari che prendono il treno tutti i giorni, nei confronti di Trenitalia. Già da parecchio tempo il CRUFER era critico verso la Carta dei Servizi del trasporto ferroviario regionale, che viene rivista ogni anno; nel dicembre 2013, nel corso di un incontro con i dirigenti regionali di Trenitalia, aveva indicato quattro punti da modificare. Purtroppo però la Carta dei Servizi versione 2014 non tiene assolutamente conto di questi suggerimenti, come se il parere di chi prende il treno tutti i giorni non contasse nulla; allora il CRUFER ha invitato la Regione ad intervenire per modificare un “documento inadeguato alla tutela dei diritti degli utenti ferroviari regionali“.
Tutte le critiche del CRUFER
Vediamo, nel dettaglio, tutte le critiche che il CRUFER muove all’organizzazione di Trenitalia. Per prima cosa, secondo il CRUFER, le statistiche sulla puntualità dei treni, quelle che dovrebbero suggerire dove intervenire per minimizzare i ritardi, sono ingannevoli: esse infatti non tengono conto di tutte le cancellazioni dei treni, che purtroppo sono frequenti e provocano gravi disagi. Ogni volta che un macchinista oppure un capotreno si ammala, infatti, nessuno viene chiamato in sua sostituzione e il treno viene soppresso. Poi, le modalità di rimborso dei ritardi stessi sono sfavorevoli agli utenti; i biglietti sotto gli 8 Euro, che equivalgono all’incirca a 50 chilometri, non vengono rimborsati. Ancora, i viaggiatori devono augurarsi di non smarrire oggetti perché le procedure per ritrovare gli stessi sono molto farraginose; Trenitalia li consegna agli uffici del Comune nel quale vengono ritrovati, ma poi, secondo il CRUFER, non comunica ai loro proprietari il nome del Comune.
Pochi treni accessibili
Infine, si rimprovera a Trenitalia la scarsa percentuale di treni adattati alle persone disabili, che è passato dal 20% dello scorso anno al 30% di quest’anno, una percentuale comunque insufficiente. Negli ultimi tempi, si sono registrate molte proteste di disabili emiliano-romagnoli che hanno difficoltà a prendere il treno: in particolare, varie persone hanno denunciato il fatto che i treni accessibili passano ad orari che variano di giorno in giorno e che sono ignoti ai viaggiatori. Pertanto, un disabile emiliano che coraggiosamente decide di imbarcarsi in un’avventura in treno, non può sapere né a che ora partirà, né a che ora tornerà. Insomma, il sistema ferrovario emiliano-romagnolo e la buona organizzazione, è proprio il caso di dirlo, viaggiano su due binari completamente diversi.