Ipocondria, una “malattia” sempre più diffusa

 

Ipocondria, una malattia molto diffusa
Ipocondria, una malattia molto diffusa

Una malattia esacerbata dalla facilità di trovare notizie sulla salute sul web

Ipocondria, una “malattia” sempre più diffusa che nasconde la nostra fragilità. Già presente nell’antica Grecia, l’ipocondria è un disagio legato all’idea o alla paura di avere una malattia grave o addirittura mortale. Oggi, con la diffusione della rete e della possibilità di cercare sintomi e cure nel web, il fenomeno sembra aumentare. Da quando abbiamo sviluppato una medicina scientifica siamo diventati più consapevoli dei mali che potrebbero colpirci sia nel corpo che nell’anima. Il vocabolo “ipocondria” risale a Ippocrate che descrisse il “male degli ipocondri”, un disordine dello stomaco e della mente, che causava problemi digestivi, grande melanconia e paura di morire. Gli antichi greci credevano che nell’addome fosse situata la sede dei sentimenti e delle passioni umane. L’ipocondria è “la preoccupazione legata alla paura oppure alla convinzione di avere una malattia grave basata sulla erronea interpretazione di sintomi somatici da parte del soggetto” Al giorno d’oggi la diagnosi riconosciuta in modo unanime è quella individuata in un manuale americano adottato in maniera universale, il DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders). Il manuale definisce l’ipocondria come “la preoccupazione legata alla paura oppure alla convinzione di avere una malattia grave basata sulla erronea interpretazione di sintomi somatici da parte del soggetto”; inoltre “la preoccupazione persiste nonostante la valutazione e la rassicurazione medica appropriata”, e “la durata dell’alterazione è di almeno 6 mesi”.

Come si comporta un ipocondriaco

La persona affetta da ipocondria non riconosce la natura psicologica del suo problema e ricerca la soluzione della malattia. Dietro la paura della malattia c’è un senso di vulnerabilità e debolezza, gestito ricercando un’impossibile certezza di perfetta guarigione. Il paziente non riesce mai a trovare una risposta adeguata al malessere perché non viene mai affrontato il vero problema, che è il senso di paura personale. L’ipocondria è rara nell’infanzia, più frequente nell’adolescenza e nella vecchiaia e la si riscontra in ambedue i sessi, anche se quello femminile sembra esserne maggiormente soggetto. L’ipocondria è un disagio legato all’idea o alla paura di avere una malattia grave o addirittura mortale, quale può essere un tumore o l’AIDS. I pazienti sono molto attenti ad ogni piccolo cambiamento che avviene nel proprio corpo e/o comportamento e tengono costantemente sotto controllo il loro fisico, controllandolo di continuo alla ricerca della presenza di eventuali segni di malattia. Per questa ragione richiedono di frequente ripetuti test diagnostici e visite mediche, diventando ospiti abituali di ambulatori e servizi di pronto soccorso. L’esito favorevole delle indagini non riduce la loro preoccupazione e non riesce a rassicurare i pazienti. Gli ipocondriaci infatti nutrono la ferma convinzione che i medici con cui sono venuti a contatto non siano stati in grado di capire la vera natura del loro problema e quindi di fornirne una soluzione adeguata.