Nel 2012 la spesa per la protezione sociale supera il 30% del Pil
Sono tre le aree di intervento destinate alla spesa per la protezione sociale: previdenza, sanità e assistenza. Il sistema di welfare dei paesi gravita attorno alle diverse sfere di competenza che garantiscono servizi ai cittadini e tutela dei diritti, ma spesso nel rispetto dei vincoli di bilancio stringenti che condizionano risorse e sviluppo. Stando ai dati di recente diffusione dell’Istat, nel 2012 in Italia la spesa per la protezione sociale supera il 30% del Pil e il suo ammontare per abitante sfiora gli ottomila euro l’anno. Nell’anno preso in considerazione, la spesa per prestazioni di protezione sociale (pari al 95,8% della spesa complessiva) è dedicata per oltre la metà alla funzione “vecchiaia” (52,3).
Gli altri capitoli di spesa
Ciò che avanza, per così dire, viene distribuito tra le altre voci: “malattia/salute” (24,4); “superstiti” (9,3); “invalidità” (5,7); “famiglia, maternità e infanzia” (4,8); “disoccupazione” (3,2) ; “altra esclusione sociale” (0,3).
“Rispetto al 2006 – ricorda a tale proposito l’Istat –, sono in aumento le quote di spesa destinate alle funzioni ‘vecchiaia’ (+1,4 punti percentuali), “disoccupazione e altra esclusione sociale” (+1,3) e la funzione ‘famiglia, maternità e infanzia’ (+0,2); registrano, invece, una diminuzione le quote relative alle funzioni ‘malattia/salute’ (-2,4), ‘superstiti’ (-0,3) e ‘invalidità’ (-0,1). Il peso della spesa per prestazioni sociali rispetto al Pil segna una crescita (+3,5 punti percentuali in sei anni), osservabile anche a livello di singola funzione ed imputabile prevalentemente alla funzione ‘vecchiaia’ (+2,2) e alla funzione ‘disoccupazione’ (+0,4)”.
La collocazione in Europa
Nel 2011 l’Italia, con 7.725 euro annui pro capite, si collocava all’undicesimo posto tra i 27 paesi europei rimanendo al di sopra della media (7.303 euro su Ue27). Se rapportata al Pil, la spesa dedicata alla protezione sociale pone l’Italia ancora più in alto, al settimo posto, con un valore pari al 29,7 per cento, sempre superiore alla media europea (29%).