Coppie “disordinate”: persone in condizioni psichiatriche simili tendono scegliersi come partner
Non è sempre vero che gli opposti si attraggono. Quando si tratta di scegliere il partner, in realtà, tendiamo a scegliere chi ci è più simile, almeno per quanto riguarda aspetti comportamentali, fisici e sociali, come, per esempio statura, educazione, stato sociale o interessi. Uno studio svedese pubblicato su Jama Psychiatry suggerisce però che questa ricerca dell’anima gemella include anche l’avere una condizione psichiatrica analoga alla nostra.
La ricerca
La ricerca è stata realizzata utilizzando dati anonimi contenuti in un database che contiene i dati medici e sociali di tutti i cittadini svedesi. All’interno di questo archivio, i ricercatori hanno individuato 700mila persone, che nel periodo che va dal 1973 al 2009, sono state ricoverate o dimesse con una diagnosi che includesse almeno una tra 11 diverse condizioni psichiatriche: schizofrenia, disordine bipolare, disordine dello spettro autistico, anoressia nervosa, dipendenza, disordine da deficit d’attenzione e iperattività (Adhd), disordine ossessivo-compulsivo, disordine depressivo maggiore, fobia sociale, agorafobia e disordine ansioso generalizzato.
In questo campione, poi, hanno cercato i dati riproduttivi e quelli riguardanti il matrimonio per determinare se il partner avesse mai avuto una diagnosi per almeno uno di quegli stessi disturbi. Ovviamente, per la tipologia di dati e le caratteristiche socio-demografiche del periodo temporale preso in considerato dalla ricerca, sono state prese inconsiderazione solo coppie eterosessuali. Il gruppo di ricerca svedese ha così scoperto che in coppie formate da persone con entrambi i partner con diagnosi psichiatriche era prevalente l’incidenza dello stesso tipo di disturbo, piuttosto che di disturbi diversi. In parole povere, i dati dimostrerebbero che una persona affetta da schizofrenia tenderebbe a scegliere un compagno o una compagna con lo stesso disturbo, piuttosto che, per esempio una persona affetta da depressione.
Una ricerca che apre prospettive nella psichiatria genetica
“Nel loro complesso – spiega Ashley Nordsletten, psicologa del Karolinska Institute di Stoccolma, Svezia, che ha coordinato la ricerca – questi risultati suggeriscono che le persone con diagnosi psichiatrica fanno coppia, con un incidenza che esclude la casualità, con persone che hanno la medesima diagnosi”. Lo stesso tipo di fenomeno, invece, non si presenta o ha incidenza infinitamente più bassa per malattie croniche non psichiatriche come il diabete tipo 1 e 2, la malattia di Crohn, la sclerosi multipla o l’artrite reumatoide. La ricerca, che ha evidenti implicazioni in termini di conoscenza genetica delle origini del disturbo psichiatrico e della sua ereditarietà – come è stato già ipotizzato in alcuni forme di disordine dello spettro autistico – nei suoi futuri sviluppi includerà anche le coppie omosessuali.