Per uno dei tumori più letali qualche passo avanti che può offrire terapie più efficaci
Delle circa 10mila persone che si ammalano in Italia in un anno, in leggera prevalenza donne, meno di un quinto sopravvive più di un anno dalla diagnosi, solo il 5 per cento sopravvive oltre i 5 anni: 1 su cento vive oltre i 10 anni. Il cancro del pancreas è il male che, nonostante anni di terapie all’avanguardia ed una larga disponibilità di denaro, ha portato alla morte Steve Jobs ed è considerato uno dei tumori più letali e più difficili da diagnosticare e da curare, ma dall’Università di Glasgow arrivano novità sulla ricerca di cure più efficaci.
Un team di ricercatori dell’Istituto di Ricerche sul Cancro dell’università scozzese, guidati dall’australiano Sean Grimmond, specialista in genomica, ha esaminato 456 casi di pazienti affetti da questo tipo di cancro ed ha stabilito che esso può essere suddiviso in 4 sottotipi: squamoso, progenitore pancreatico, immunogenico e ADEX (Aberrantly Differentiated Endocrine exocrine, Endocrino Esocrino Aberrantemente Differenziato).
Secondo Grimmond, ci sarebbero già, o sarebbero in una fase di sperimentazione, farmaci in grado di colpire selettivamente le parti del meccanismo danneggiato che conduce alla formazione del cancro al pancreas. Alcune mutazioni osservate nel cancro del pancreas sono analoghe a quelle che si manifestano nel cancro al colon o nella leucemia e che sono trattate con farmaci sperimentali.
“Questo studio dimostra – precisa Grimmond – che è meglio considerare il cancro del pancreas 4 differenti malattie, con differenti tassi di sopravvivenza, terapie e cause genetiche.
Quindi, secondo Grimmond, in un prossimo futuro sarà possibile curare in maniera più selettiva, ovvero potenzialmente più efficace, questo tipo di malattia: “Conoscere qual’è il sottotipo di cancro che colpisce il paziente consente al medico una prognosi ed una terapia più accurate”.
“Gli standard terapeutici per il cancro del pancreas – aggiunge il dottor Peter Bailey, uno degli autori delle studio – non sono cambiati negli ultimi 20 anni. Ci sono numerose differenti opzioni chemioterapiche, ma in generale non sono veramente mirate: è come colpire la malattia con gli occhi bendati ed un martello”.
I risultati ottenuti dal centro di ricerche di Glasgow – che quest’anno, a giugno, ospiterà l’edizione 2016 del Simposio Internazionale sul Pancreas incentrato proprio sulla medicina di precisione – vengono definite davvero interessanti. La scoperta significa infatti che “il giusto paziente, avrà la terapia giusta al momento giusto”, afferma Leanne Reynolds, a capo delle attività di ricerca della Fondazione Cancer Research UK, che aggiunge: “è cruciale per le persone con il cancro del pancreas, perché la malattia è difficile da da diagnosticare, spesso è diagnosticato con un ritardo drammatico, e solo il 5 per cento dei pazienti per 5 anni o più dopo la diagnosi. Se possiamo stabilire con più accuratezza a la terapia più efficace per ogni paziente, possiamo assicurare a ciascuno di loro che avrà la migliore e più lunga aspettativa e qualità di vita possibile”.
“Identificare differenti tipi di cancro del pancreas e rivelare la complessità della malattia – sottolinea Emma Smith, ricercatrice della Fondazione – è un passo importante verso l’individuazione di terapie più efficaci. Questo aiuterà ad assicurare ai pazienti che la terapia offerta è la migliore possibile. Migliorare la sopravvivenza delle persone malate di cancro del pancreas è una delle nostre massime priorità e abbiamo urgente bisogno di più ricerche di questo tipo se vogliamo riuscire a battere questa malattia nel prossimo futuro”.