di Antonietta Mastrangelo
Per i due terzi dei manager italiani le imprese con dipendenti disabili hanno organizzazioni di lavoro più efficienti e innovative, processi più semplici, luoghi di lavoro più razionali. Se l’accesso al lavoro da parte della persona con disabilità è percepito come un punto decisamente debole del sistema lavoro (i dati sull’occupazione di persone disabili sono piuttosto negativi, ndr), al contrario, la soddisfazionedell’azienda di fronte all’opera di personale disabile è però buona, dimostrando come la disabilità passi in secondo piano di fronte alla produttività del lavoratore, con effetti positivi per l’intera organizzazione.
A tal proposito è stata realizzata un’indagine promossa da AISM (Associazione ItalianaSclerosi Multipla, Prioritalia, Manageritalia e Osservatorio Socialis) su “I manager e lagestione dei lavoratori con disabilità”, condotta da AstraRicerche, che è stata oggetto del convegno “Disabilità & Lavoro: la sfida dei manager”, circa le modalità di percezione della presenza di colleghi e lavoratori con disabilità in azienda, svoltosi a Roma qualche mese fa, in occasione dell’avvio della partnership istituzionale tra l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e la Fondazione Prioritalia. La ricerca in questione ha rilevato in prima battuta che, avere dei colleghi di lavoro con disabilità, favorisca rapporti interpersonali positivi su tutti i dipendenti.
Di questo ne sono convinti i due terzi dei manager italiani (65,2%) affermando che, i compiti vengono distribuitiper tutti in modo più equo, gli spazi organizzati in modopiù razionale, inoltre vengono effettuati interventi migliorativi in termini di arredoo illuminazione e sviluppate nuove forme organizzative di lavoro (dal telelavoro allo smartworking).
Altro aspetto rilevante ad emergere dall’intervista consiste nel fatto che, avere personale con disabilità produce un impatto positivo per le stesse capacità manageriali (per l’88,2% dei manager intervistati). L’82,5% dei manager dice (proseguendo l’intervista), di non aver mai osservato fenomeni di esclusione dalla vita aziendale del lavoratore disabile. La percentuale è confortante, anche se certifica che l’esclusione resta comunque un problema in almeno un’azienda su cinque. Purtroppo un dato ancora elevato. In tal senso priorità di un buon manager è quella di adoperarsi per affermare l’inclusività, per tutti i suoi collaboratori e per tutti i dipendenti. Deve realizzare l’inclusione per ogni diversità e ad ogni livello: imperativo ancora più stringente dopo il D.Lgs 254/2016che ha recepito la direttiva europea sulla rendicontazione non finanziaria,la quale impone ad alcune imprese di redigere il “bilancio di sostenibilità”, rendicontando proprio le informazioni di carattere non finanziario e su ogni tipo di diversità.
I dirigenti intervistati ritengono poi che l’assunzione e la presenza di persone disabili in azienda sia primariamente da intendersi come parte del normale funzionamento organizzativo (43,6%), un valore aggiunto per la crescita dell’organizzazione (31,5%) e l’adempimento di un obbligo (24,9%). Tant’è che metà degli intervistati (49,7%) ritiene che la gestione dei lavoratori disabili sia molto (9,1%) o abbastanza (40,6%) strategica per l’organizzazione. Proseguendo l’indagine emerge che la gestione della disabilità nei luoghi di lavoro sia “una questione da manager”. I dirigenti intervistati infatti, ritengono che questa vada affrontata proprio organizzativamente e culturalmente, non tanto con un disability manager, ma certamente con il “disability management”. Vale a dire che, non serve una figura manageriale specifica e dedicata (51%), ma piuttosto una funzione manageriale più ampia (54,6%) come un diversity manager o capability manager.
Tra i miglioramenti e gli aiuti suggeriti per evolvere, troviamo informazione, competenza e cultura: per il 74,8% è importante infatti, la promozione di momenti informativi e formativi di tutto il personale sulla disabilità in azienda.
Per il 76,2%, tra le caratteristiche dei manager di oggi e di domani è indispensabile la gestione delle tematiche legate alla disabilità in azienda e queste impattano già oggi e ancor più in futuro sul miglioramento delle performance aziendali (65,2%). Ultimo, ma non meno importante, per la stragrande maggioranza degli intervistati (82,6%), le competenze ed esperienze di associazioni non profit, che si occupano di persone con disabilità, le quali possono contribuire a una maggiore conoscenza e informazione sulla gestione della disabilità in azienda.