Scade il 20 settembre 2018 “Structured dialogue in the field of culture”, la nuova call for tender lanciata dalla Commissione Europea con l’obiettivo di rafforzare la capacità di advocacy del settore culturale. Il bando di cui parla Il Sole 24 Ore, riflette la nuova Agenda Europea per la Cultura adottata dalla Commissione il 22 maggio 2018 e si focalizza su come migliorare la partecipazione dei cittadini alle attività culturali e consentire un regolare scambio di opinioni tra la Commissione europea e le parti interessate della società nel campo della cultura. Con a disposizione un budget di circa 400.000 euro, il bando è alla ricerca di un’organizzazione a cui affidare la gestione del Dialogo Strutturato. Stiamo parlando di uno dei principali strumenti di lavoro per la cooperazione culturale, introdotto nel 2007 dalla prima Agenda Europea della Cultura. Con questo documento la Commissione richiese all’Unione una maggiore collaborazione sulle politiche culturali, che sono tradizionalmente di competenza esclusiva degli Stati. Per agevolarne il lavoro e coinvolgere le parti interessate nelle decisioni politiche, l’Agenda 2007 introdusse anche due strumenti di lavoro: il Metodo Aperto di Coordinamento (OMC) e il Dialogo Strutturato, che appunto il bando prende in considerazione.
Il Metodo Aperto di Coordinamento è una forma di elaborazione politica intergovernativa, chiamata anche soft law, che non sfocia in misure legislative vincolanti e quindi non impone ai paesi dell’Unione di introdurre o modificare le loro leggi. Sotto il Metodo di Coordinamento, esperti dei ministeri e degli istituti culturali si incontrato per scambiarsi pratiche e formulare proposte da presentare in Commissione. Questo strumento è stato pensato per permettere il riavvicinamento delle legislazioni nazionali alla struttura europea. Il Dialogo Strutturato, invece, è lo strumento con cui la Commissione mantiene un dialogo costante con la società civile. Dal 2008 al 2013, questo strumento è stato sviluppato attraverso due modalità complementari: la Civil Society Culture Platform e lo European Culture Forum. Da allora, ogni due anni, il Forum continua a essere organizzato mentre la piattaforma è stata sostituita nel 2013 da Voices of Culture, una struttura online a cui hanno aderito circa 200 organizzazione culturali nazionali che, tra il 2015-2018, hanno discusso su sette grandi temi: il ruolo della cultura nell’integrazione dei migranti, la promozione del dialogo interculturale, lo sviluppo del potenziale innovativo e imprenditoriale del settore culturale e creativo, la governance partecipata nel patrimonio culturale, l’audience development, l’inclusione sociale e il trasferimento dei saperi attraverso il patrimonio culturale.
L’organizzazione che si aggiudicherà il bando, si occuperà di gestire il Dialogo Strutturato proprio attraverso Voices of Culture per il periodo 2018- 2020. I principali compiti che l’organizzazione dovrà svolgere saranno: la consultazione degli stakeholder per la scelta dei temi, l’individuazione degli esperti da coinvolgere, l’organizzazione degli incontri di riflessione, la gestione di un forum online, la redazione dei verbali di tutti gli incontri, la preparazione e la diffusione di documenti finali. Come nella fase precedente (2015-2017), l’organizzazione dovrà anche impegnarsi a organizzare i meeting tematici strutturati nella seguente maniera: un “Preliminary Brainstorming” con almeno 40 rappresentanti delle istituzioni culturali europee appartenenti alla società civile, “Dialogue meeting” con la Commissione e almeno 30 rappresentanti della società civile e infine un incontro con esperti e rappresentanti degli Stati Membri per partecipare alle riunioni del Metodo di Coordinamento Aperto. Gli incontri e le consultazioni dovranno svolgersi in un arco temporale di 26 mesi, entro i quali dovranno anche essere prodotti i documenti relativi alle proposte di legge avanzate.
Dalla Commissione sono stati già identificati una serie di temi su cui discutere: il patrimonio culturale e la sua governance, la cultura per l’inclusione sociale e la diversità culturale, l’istruzione e la formazione, la capacità d’innovazione delle industrie culturali e creative, la mobilità e le condizioni di lavoro dei professionisti della cultura, la circolazione di opere d’arte, le relazioni culturali internazionali e la misura del valore della cultura.
A questo indirizzo il testo completo della call