Una “lettera/appello” dei DSM: La situazione è drammatica per la salute mentale

E’ stata scritta una “lettera – appello” da parte di 91 direttori di Dipartimenti di salute mentale, rivolta alle più alte cariche dello Stato, tra cui, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in cui si riscontrano uno, l’aumento del disagio mentale soprattutto tra gli adolescenti, due, la carenza di personale e di risorse per fornire risposte adeguate e quelle prestazioni che dovrebbero essere garantite dai Livelli essenziali di assistenza, un “grido di allarme” quello dei firmatari dell’appello per denunciare una situazione drammatica, che si è aggravata con la pandemia e con le sempre più complesse problematiche sociali ed economiche.

“C’è bisogno di iniziative concrete e immediate per ricucire la rete pubblica dei Dsm – si legge nell’appello – sempre più sfilacciata, anche con un rilancio al loro interno dei percorsi psicologico- psicoterapeutici, per realizzare una salute mentale comunitaria, in grado di dare risposte integrate ai diversi aspetti biologici, psicologici e sociali”.

In concreto – secondo i direttori dei Dipartimenti di salute mentale – si tratta di attuare, fin dal 2023, un piano straordinario di assunzioni, vincolando risorse definite, e di destinare, al massimo nell’arco di un triennio, oltre 2 miliardi “al fine di raggiungere l’obiettivo minimo del 5% del fondo sanitario per la salute mentale, come da impegno dei presidenti delle Regioni nel 2001, richiamato anche dalla recente sentenza della Corte costituzionale n. 22 del 2022”.

Il direttore del Dsm Asl Roma 2, Massimo Cozza, dice “Siamo di fronte a una situazione di impoverimento delle risorse dei servizi pubblici per la salute mentale, che rientra nell’ambito di un impoverimento più generale della sanità, abbiamo risentito del blocco del turn over, che ha riguardato le Asl, con l’aggravante che nel nostro campo il personale rappresenta la risorsa principale per realizzare una salute mentale di tipo comunitario, dove la relazione umana tra le figure professionali e le persone con disturbi mentali rappresenta l’asse fondamentale della presa in carico”.

Una situazione ulteriormente peggiorata con la pandemia e l’aggravamento della situazione economica e sociale che – tra disturbi alimentari, comportamenti autolesivi e dipendenze – ha portato a un aumento dei disturbi tra gli adolescenti di circa il 30%.

“Con l’aumento delle le richieste di aiuto sono aumentate anche le nostre difficoltà a poter di fornire una risposta – prosegue Cozza –. Quando si parla di salute mentale, i Dsm rappresentano la struttura portante, sono i luoghi in cui vengono prese in cura le persone con i disturbi più gravi. Quindi a pagare il prezzo sono sempre gli stessi, quelli che hanno minori risorse economiche, di relazione e culturali”.

 

 

Photo: Archivio Sociale.it