Il Progetto Itaca è una fondazione che promuove programmi di informazione, supporto e riabilitazione, rivolti a persone che vivono l’esperienza del disagio psichico – Francesco Baglioni, è il direttore della sede centrale di Progetto Itaca di Milano: “Facciamo attività di prevenzione dei disagi mentali e di sensibilizzazione della cittadinanza, in modo da costruire una consapevolezza su quanto sia importante la salute mentale nella vita di tutti noi, in passato la salute mentale era un argomento tabù. Adesso sembra che le nuove generazioni, anche dopo la pandemia, abbiano meno riserve ad affrontare il tema del malessere psicologico, anche in un’ottica di crescita individuale”. “Rimane tuttavia ancora molto presente lo stigma interno individuale sulla salute mentale”, spiega Baglioni, “che si presenta in modo sempre diverso e che fa sì che le persone siano speso consapevoli di avere bisogno di aiuto, ma non siano disponibili ad affrontare alcuni nodi cruciali delle loro vite nella terapia”. Nella sola Milano, lo scorso anno, sono stati realizzati oltre 600 colloqui di orientamento alla cura, sia per le persone che vivono un disagio psichico che per i loro familiari. “Possono essere anche i parenti a non accettare la sofferenza dei loro cari”, aggiunge Baglioni, “perché magari hanno delle aspettative sulle loro possibilità di benessere e di successo”.
Una stima della Società italiana di epidemiologia psichiatrica rileva che, con le risorse attuali, si riesce a far fronte ad appena il 50-55% del bisogno di trattamento dei disturbi mentali. Nel documento “Metodo per la determinazione del fabbisogno di personale del Sistema sanitario nazionale” dello scorso dicembre, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari nazionali – Agenas – ha definito gli standard di trattamento e di risorse per i servizi di salute mentale entro l’arco temporale di attuazione del Pnrr (cioè entro il 2026) e ha certificato una forte mancanza: perché le persone possano ricevere un’assistenza adeguata, la psichiatria dovrebbe avere circa 2miliardi di euro in più.
Il ricorso al farmaco è sempre maggiore – nel 2021, per esempio, secondo il rapporto OsMed (Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali), le prescrizioni di antidepressivi in Italia sono aumentate del 2,4% – a fronte di un’erogazione della psicoterapia da parte dei servizi ridotto all’osso.
Dice Baglioni: “Le persone che seguiamo che hanno una certa cronicità di disturbo ormai ci raccontano che vedono lo psichiatra una volta ogni due o tre mesi, la terapia psicologica nel sistema pubblico ormai è distribuita col contagocce. Non è una risorsa per tutti. Anzi, direi che non lo è quasi per nessuno”.
Mancano, non solo i fondi, ma anche il personale e non solo perché non ci sono i finanziamenti adeguati per pagare gli stipendi. In gioco, c’è la possibilità di vivere una vita dignitosa per molte persone che convivono con un disturbo psichiatrico: la loro cura non necessita di tanti macchinari, quanto di operatori formati e preparati a ciò che significa davvero la presa in carico.
Photo: Archivio Sociale.it