Orazio Schillaci – Ministro della Salute: Un tavolo tecnico sulla salute mentale

Un tavolo tecnico sulla salute mentale, una riforma ancora tutta da pensare quella dell’assistenza psichiatrica. Mancano le risorse, le strutture sul territorio sono ridotte all’osso e mancan un quadro giuridico di carattere penale che renda possibile intervenire su chi è violento. Dopo la Legge Basaglia, che compie 45 anni il prossimo 13 maggio e che permise la chiusura dei manicomi, ci fu la svolta nel 2014 con il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), dopo la denuncia delle loro drammatiche condizioni. La creazione della Rems (Residenze per le Misure di Sicurezza), strutture sanitarie residenziali con non più di 20 posti letto, dovevano rappresentare l’arrivo di un’assistenza diffusa e umanizzata rispetto al passato ma la tragedia della psichiatra uccisa da un suo ex paziente, dimostra secondo gli stessi medici, anche le difficoltà di questi centri, svuotati di risorse e organici.

Il tavolo tecnico si avvarrà di gruppi di lavoro incentrati su temi specifici tra cui: epidemiologia e prevenzione; organizzazione dei dipartimenti, personale dei servizi, sicurezza e tutela dello stress; percorsi di cura per le persone con disturbo mentale autori di reato; Rems e carcere; benessere nell’età evolutiva; genere e tutela salute mentale madre-bambino; innovazione tecnologica e digital mental health.

“Intendiamo promuovere il miglioramento della qualità della salute mentale, in ogni fascia di età, a partire dall’individuazione delle criticità sociali, assistenziali e organizzative. Avvieremo inoltre – ha aggiunto il ministro Orazio Schillaci – un confronto a livello parlamentare per verificare l’adeguatezza dell’attuale normativa alle esigenze di gestione e controllo delle situazioni più difficili“. Sono diversi i soggetti che nei giorni scorsi hanno chiesto un intervento del governo per cercare di colmare quelli che vengono considerati vuoti rispetto alla chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari e all’istituzione delle Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza)”.

“Dopo la chiusura dei manicomi nel 1978, qualche anno fa sono stati chiusi gli Ospedali psichiatrici giudiziari. Ora ci sono le Rems – spiega Massimo Cozza, direttore del dipartimento di salute mentale dell’Asl Roma 2, fra i direttori dei dipartimenti che hanno lanciato nei giorni scorsi una lettera-appello al Governo e al presidente della Repubblica Mattarella – ma queste strutture non sono adatte per tutti, in particolare per i pazienti che soffrono di disturbo antisociale, a rischio di atti violenti, come è stato per l’uomo che ha ucciso la psichiatra. Questi pazienti restano a carico dei servizi del territorio, nei dipartimenti di salute mentale, senza che questi abbiano le forze e le condizioni per affrontare le esplosioni di violenza. La richiesta è quella di cambiare il codice penale, fermo al Codice Rocco degli anni ’30. La proposta è di aprire in alcune carceri alcune sezioni specializzate per i pazienti con disturbo psicotico antisociale che si sono macchiati di reati”.

 

 

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