Così Basaglia è arrivato a Kagoshima

In Giappone ci sono mille ospedali psichiatrici, con 300mila persone ricoverate. A Kagoshima tuttavia una psichiatra e un ex operatore di questi manicomi hanno messo in piedi una piccola casa editrice, in cui lavorano oggi una settantina di persone con problemi di salute mentale. A ispirarli? L’esperienza italiana del fareassieme e del movimento “Le parole ritrovate”.

Questa storia si snoda fra l’Italia e il Giappone, per la precisione fra Trento e Kagoshima, soprannominata la “Napoli del Giappone“. I protagonisti di questo dialogo sono tre: Renzo De Stefani, psichiatra che ha diretto fino al 2018 i Servizi di salute mentale della provincia di Trento, introducendo l’approccio del fareassieme che vede coinvolti utenti, familiari, operatori e cittadiniMaya Morikoshi, psichiatra, presidente della Casa Editrice Laguna e direttrice della Laguna ClinicYoshihiro Kawabata, operatore di assistenza sanitaria mentale (una figura simile al nostro TeRP – (Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica) e direttore della Casa Editrice Laguna.

I primi protagonisti di questa storia bellissima, però, sono altri e sono molti di più: sono le 32 persone con problemi di salute mentale, ex-pazienti di ospedali psichiatrici, che oggi lavorano nella Casa Editrice e i 39 impiegati in “Polano Polari“, ovvero le attività di cucina, agricoltura, artigianato, arte gestite da Laguna. Una settantina di persone dunque, insieme a cui lavorano 18 operatori di salute mentale. Persone che oggi, grazie a questo progetto, hanno trovato il loro posto nel mondo: e non è in un manicomio.

Il Giappone, premette Renzo De Stefani, “Ha un approccio alla salute mentale storicamente centrato sui manicomi, che sono in larga parte strutture private. Nei confronti della malattia mentale lo stigma è ancora altissimo, in confronto a quello che c’è in molti altri Paesi occidentali ad esso comparabili“. I numeri di contesto ce li danno Morikoshi e Kawabata, basandosi un report del Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare datato giugno 2022In Giappone i pazienti con malattie mentali sono circa 4,2 milioni, di cui 3,9 milioni seguiti ambulatorialmente e 302mila ricoverati. La malattia mentale – precisano – include anche l’epilessia, i disturbi dell’adolescenza e dello sviluppo, le malattie mentali degli anziani, la demenza, le dipendenzeGli ospedali psichiatrici sono 1.056 in tutto il Paese (dato relativo al 2021) e per il 90% sono privati. Hanno 330mila posti letto, circa 2,6 per ogni mille abitanti. Per fare un confronto, in Italia sono 320mila i posti letto disponibili complessivamente in strutture residenziali socio-sanitarie per anziani e persone con disabilità.Il numero di pazienti ricoverati negli ospedali psichiatrici è diminuito negli ultimi 15 anni, ma il numero dei TSO è in aumento. Sono in crescita anche i casi in cui i pazienti vengono posti in isolamento (7.741 casi nel 2003 e 12.689 casi nel 2020) e quelli in cui viene utilizzata la contenzione fisica (5.109 casi nel 2003 e 10.995 casi nel 2020). La durata media del ricovero è di 277 giorni.

 

Fonte: Vita.it

 

Photo: Vita.it