Un intervento senza precedenti realizzato in olanda
Quasi un intero cranio è stato ricostruito in plastica bio-compatibile attraverso la stampa 3D da un’equipe chirurgica olandese del Umc, l’University Medical Center, presso l’Università di Utrecht, per intervenire su una giovane paziente con un anomalo ispessimento osseo della calotta cranica che le provocava ormai disturbi inaccettabili a causa dell’aumento della pressione endocranica: dolorose emicranie, perdita della vista e del coordinamento motorio.
Un giorno in sala operatoria
L’intervento, durato 23 ore, è stato realizzato da un equipe chirurgica coordinata dal chirurgo Bon Vereij, in collaborazione con il chirurgo ortodontico Marvick Muradin. Prima di questo intervento, Verweij ha acquisito una vasta esperienza con ricostruzioni e la stampa 3D di impianti cranio parziali. In certi casi, ad esempio quando il cervello si espande a causa di un’emorragia derivata da un trauma, spesso parte del cranio viene rimossa temporaneamente per ridurre la pressione. La parte rimossa viene poi reintrodotta o sostituita da un impianto.
Attenzione: il video che segue contiene immagini esplicite dell’intervento e può turbare la vostra sensibilità
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L’impianto stampato da una società australiana specializzata
“In passato abbiamo utilizzato una sorta di cemento – riferisce Verweij – per creare a mano un impianto in sala operatoria, ma questa soluzione in molti casi non da buoni risultati. Ora possiamo utilizzare la stampa 3D per garantire che gli impianti siano della esatta misura. Ciò comporta notevoli vantaggi, non solo estetici, ma anche perché i pazienti spesso riacquistano una migliore funzione cerebrale rispetto al vecchio approccio”. L’impianto è stato realizzato in collaborazione con la società australiana Anatomics specializzata nella modellazione e nella stampa 3D di protesi e impianti anatomici, che ha messo a disposizione del dottor del dottor Verveij le sue esperienze e competenze in questo settore e resa possibile un’operazione di sostituzione della calotta cranica. “Sono ormai trascorsi oltre 3 mesi [NdR: l’intervista è dello scorso marzo] dall’operazione – conclude Vereij – la paziente ha completamente recuperato la vista, non ci sono ulteriori complicazioni, è tornata al lavoro e non cis sono praticamente traccie che abbia subito un intervento chirurgico”.
La stampa 3D utilizzata in chirurgia
Sempre più spesso nelle sale operatorie vengono utilizzate protesi realizzate attraverso la modellazione e la stampa 3D. Il vantaggio è la possibilità di poter utilizzare protesi personalizzate, studiate direttamente sui tessuti del paziente e realizzate in leghe chirurgiche o in bio-materiali riassorbili dall’organismo, per la realizzazione di interventi ricostruttivi in seguito a traumi o a tumori o per correggere malformazioni. È inoltre allo studio da parte di diversi gruppi di ricercatori la realizzazione con stampa 3D di strutture in materiali biocompatibili riassorbili per l’impianto di cellule e la ricostruzione di interi organi e tessuti.