Ancora in attesa della ricetta elettronica
Si è parlato tanto, tra le mille novità attese dall’Agenda digitale italiana, anche della ricetta elettronica che avrebbe portato il nostro paese sempre più verso le frontiere dell’e-health. A tutt’oggi pero sono solo cinque regioni a regime: Sicilia, Valle d’Aosta, Trentino, Basilicata e Veneto. L’agenda digitale varata dall’allora governo Monti prevedeva che entro il 2014 l’80% delle prescrizioni mediche sarebbero dovute essere emesse in versione digitale. A illustrare la situazione, certamente sconfortante, è stata Promofarma, la società di Federfarma che si occupa di monitorare il passaggio della ricetta medica dal cartaceo all’elettronico. Molte regioni si giustificano tra problemi di connessione e gestione del software.
Diversi da regione a regione i sistemi di trasmissione dati
A complicare le cose, secondo Profarma, c’è anche la questione legata alla presenza due distinti sistemi di trasmissione dati: il Sac (Sistema di accoglienza centrale) e il Sar (Sistema di accoglienza regionale). Ad utlizzare il Sac sono Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Liguria, Valle d’Aosta, Molise, Sicilia, Sardegna, Lazio, Marche, Umbria e Toscana. Il sistema Sar, che prevede invece un server regionale, è attivo in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Puglia, Trento e Bolzano.
“La ricetta dematerializzata è, per così dire, facile a dirsi, meno a farsi – dice il segretario della Fimmg Lazio Pier Luigi Bartoletti –. I costi a carico di ogni singolo medico, circa 1200 euro l’anno, senza calcolare il tempo necessario per farla e i costi per le strutture pubbliche che dovranno attrezzarsi di linea adsl per ogni postazione, pc, stampante doppio cassetto, non sono indifferenti. Nel Lazio si stampano ogni anno circa 65 milioni di ricette, il che significa che bisognerà provvedere oltre a stampare la classica ricetta, di 65 milioni di fogli A4 per stampare i promemoria”.