Una cucina controllata da un computer e collegata ad Internet. Una cucina intelligente che riconosce le persone che la usano, e tutte le azioni da loro compiute. Una cucina che conosce nei minimi dettagli ogni prodotto che si trova in frigorifero e nei mobili, ti suggerisce le possibili ricette e, in caso di mancanza di ingredienti, provvede a contattare il supermercato. Una cucina che individua l’origine dei cattivi odori e provvede immediatamente. Una cucina che tiene a guardia i bambini e ricorda le cose agli anziani. Una cucina che sa quando disattivare i suoi componenti e riduce al minimo i consumi energetici e di acqua. Una cucina che ha un design molto moderno e che si colora e si illumina con le luci preferite dall’utente.
Il progetto
Quello che abbiamo descritto è il progetto LAK (“Living for all kitchen”), un ambizioso progetto che una azienda friulana sta portando avanti con la collaborazione di altre aziende ed enti di ricerca, e con un co-finanziamento della regione Friuli Venezia Giulia. Nell’arco di tre anni, è stato realizzato un prototipo dimostratore con un’architettura hardware e software che collega tra loro sensori, attuatori, prese intelligenti, interfacce domotiche e la rete Internet. La realizzazione di questa cucina ultramoderna è stata preceduta da un’attenta analisi dei bisogni degli utenti, in modo da produrre un sistema che realmente renda la vita più facile a tutti. Essa è ampiamente personalizzabile, non solo nel design, ma anche sulla base del numero di persone che la usano, delle necessità dei singoli utenti e di eventuali loro disabilità.
L’impegno della regione Friuli
Una particolare attenzione, infatti, è stata rivolta alle categorie che potrebbero incontrare i maggiori problemi pratici nell’utilizzo della cucina: anziani, bambini, disabili motori e soggetti con lievi disabilità cognitive. La regione Friuli Venezia Giulia sta investendo molto sulle innovazioni tecnologiche che consentono a disabili e anziani di avere una vita attiva. Oltre al progetto LAK, recentemente è stato finanziato il progetto Re-Freedom, che consiste in due appartamenti della città di Udine dotati di tecnologie moderne e progettati per consentire la vita autonoma, rispettivamente, a disabili sensoriali e a disabili motori.