Il primo Rapporto sull’impatto degli investimenti nel sociale
È stato presentato a Roma in questi giorni, contemporaneamente nelle capitali degli altri Paesi del G7, il primo Rapporto della Social Impact Investment, a cura di una Task Force costituita nel luglio 2013 su iniziativa della presidenza britannica del G8.
Il tema degli investimenti ad impatto sociale pone riflessioni multidisciplinari e soprattutto multidimensionali sulla crescita demografica, sull’emersione di nuovi rischi e bisogni sociali causati dalla crisi economico-finanziaria e il conseguente aumento della domanda di servizi di welfare. Sulle risposte ad un welfare sempre più insufficiente, le risposte delle società occidentali sono variegate e non sempre adeguate.
Questa Task Force, è composta da esperti di finanza e da importanti fondazioni. La nostra Presidenza del Consiglio ha indicato come delegati italiani la Presidente di Human Foundation Giovanna Melandri, in rappresentanza del Terzo settore, e alcuni docenti universitari.
Il primo anno di vita della Task Force internazionale ha permesso la stesura del rapporto “Impact investment: the invisible heart of markets. Harnessing the power of entrepreneurship, innovation and capital for public good”. Il Rapporto mette in luce il potenziale che può esprimere l’impresa sociale il potenziale nei campi e negli investimenti indirizzati alla cura dell’infanzia e degli anziani, al sostegno alle comunità locali, alll’inclusione finanziaria, al disagio abitativo al recupero dei detenuti.
Le raccomandazioni del Rapporto per i Governi
Il Rapporto formula anche alcune raccomandazioni da indirizzare ai Governi:
• incoraggiare i fondi pensioni e i piani di risparmio a lungo termine ad includere gli investimenti ad impatto nella loro offerta;
• consentire alle imprese di sostenere la loro missione sociale, intervenendo sui profili giuridici e rimuovendo gli ostacoli normativi rispetto agli obblighi fiduciari;
• estendere gli incentivi fiscali e normativi a favore degli investimenti in imprese sociali ed organizzazioni non-profit;
• introdurre una certificazione di qualità per i prodotti ad impatto sociale, in modo da renderli accreditati, riconoscibili e diversificati in un mercato complesso;
• sviluppare Social impact bond e Development impact bond;
• designare un Ministro competente al fine di promuovere gli investimenti ad impatto a livello governativo;
• riformare il quadro legale dell’organizzazioni non profit al fine di aiutarle ad assumersi il rischio di impresa ed adottare l’innovazione che sostiene la loro missione;
• pubblicare repertori di dati, migliori e più accurati, sui costi che il governo sostiene nell’affrontare emergenze sociali, così da incoraggiare la partecipazione al mercato degli investimenti ad impatto.
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Il Rapporto per l’Italia
Nelle premesse del Rapporto per l’Italia del Social Impact Investement si legge: «E affinché l’innovazione sociale non rimanga una mera enunciazione di principi, destinati, poi, ad una rapida irrilevanza, ma possa portarci invece oltre i limiti strutturali della Società dell’innovazione, è necessario un cambio di paradigma, per orientare i processi economici verso impatti misurabili e socialmente positivi».