Legalizzata la vendita on line
Il 2015 è appena iniziato e con tutta probabilità sarà l’anno in cui gli italiani potranno comprare farmaci online legalmente anche se per ora solo i farmaci da banco che non richiedono una ricetta medica. La vendita potrà essere effettuata solo da farmacie o parafarmacie presenti nel nostro Paese. Un primo passo verso la regolamentazione di un ambiente oggi privo di leggi, dove spesso si assiste a vendite illegali di farmaci o ancora peggio al traffico di medicinali contraffatti soprattutto quelli legati al potenziamento dell’attività sessuale o al dimagrimento corporeo. L’Unione europea ha introdotto la direttiva 62/2011 che disciplina la vendita di farmaci tramite internet, e che lascia agli Stati membri la libertà di decidere che cosa vendere online.
Una direttiva europea alla base della decisione
L’Italia ha recepito la direttiva europea 62/2011, già lo scorso marzo, ma per poter effettuare i primi acquisti online si dovrà attendere probabilmente la prima metà del 2015, quando verranno approvati alcuni decreti attuativi attuativi legati ad alcune misure di sicurezza. Per distinguere i canali legali da quelli illegali inoltre è stato creato un logo ad hoc dalla Comunità europea tramite cui si potrà verificare la non pericolosità del sito e dei prodotti. Cliccando sul logo, infatti, si verrà poi automaticamente indirizzati alla lista ufficiale di tutte le farmacie online che operano legalmente (registrate presso il Ministero della Salute), così da poter verificare se sia riportato l’indirizzo del sito da cui si intende acquistare.
Il pericolo della contraffazione
Un altro problema è quello della contraffazione che seppur non autorizzata riguarda magari farmaci genuini. Non conoscere la provenienza del farmaco che si acquista, infatti, spesso comporta anche un rischio sulla sua autenticità. Senza nessuna verifica di qualità e di tutti quei processi che stanno dietro la vendita di un farmaco si rischia di trovarsi con un prodotto contenente un principio attivo in quantità inferiore, o diluito con altre sostanze impure, o addirittura molto dannoso per la salute. Nell’affare dei farmaci contraffatti sarebbero coinvolte anche numerose organizzazioni criminali, tra cui anche la mafia come hanno riportato diversi giornali anche di recente. Cosimo Piccinno, generale dei Carabinieri e comandante dei Nas, durante il convegno “Lotta al doping, peculiarità normative e strategie di contratti: aspetti giuridici e operativi” aveva spiegato come «le mafie internazionali investono su farmaci illegali e contraffatti. Un euro investito su uno stupefacente rende 16 volte, sui farmaci 2500. Il giro d’affari accertato è di 50 miliardi l’anno ma c’è chi dice sia pari a 200. Le farmacie online sono stimate intorno a 40mila, l’acquisto di farmaci è anonimo, facile, e i prezzi economici, abbattuti anche del 60%-70%. Non c’è controllo e c’è un elevato rischio contraffazione. Su 600 medici di famiglia intervistati poi, 240 non sanno che è illegale comprare farmaci con prescrizione online».
Progetti per il contrasto all’illegalità
Sono tanti i progetti partiti proprio per sensibilizzare la popolazione sull’acquisto online di farmaci e per cercare di arginare il problema della contraffazione e vendita illegale. Tra questi il progetto europeo Fakeshare , guidato dall’Agenzia italiana del farmaco Aifa. «L’intervento comunitario e nazionale è importante – conclude Cauduro – perché un mercato completamente deregolamentato senza nessun paletto ha delle vulnerabilità che vengono sfruttate dai criminali. Ciò che in realtà accade però è che purtroppo si sta verificando uno spostamento della criminalità. Perché se da una parte con queste norme si vuole tutelare il cliente che in buona fede oggi vuole comprare online e non lo può fare, dall’altra si sta spingendo la vendita illegale di farmaci verso il “deep web”. Tutto quel mondo nascosto e profondo, non indicizzato, che richiede una navigazione con software specifici, in grado di mascherare l’identità del navigante. L’anonimato garantito dal web aiuta anche attività illecite ed è lì che si stanno già spostando molti commercianti di farmaci contraffatti».