Un antidoto alla città diffusa e dispersiva
In Toscana i comuni si danno da fare con la governance collaborativa. Chiamano così questa nuova forma di co-progettazione che va ad impattare positivamente su quello che gli urbanisti chiamano sprawl. E’ il fenomeno della città diffusa, della dispersione delle aree abitate ben oltre i raccordi autostradali ed ovviamente i centri storici. Molti centri storici delle nostre città risultano svuotati delle loro funzioni e investiti dal fenomeno della gentrification ma, complice la crisi economica, rischiano un forte declino. Dalla Toscana parte una sperimentazione strutturata per arginare il fenomeno partendo proprio dal centro cittadino, nello specifico da sei Comuni tra i 25.000 e i 50.000 abitanti. “Non si tratta solo di riutilizzare spazi pubblici o privati sfitti – spiega la presidente dell’associazione Pop_Up – ma di ricreare lo spazio pubblico come luogo di rete di relazioni”. Come fosse un organismo vivente a cui non basta una casa disabitata per vivere bene.
L’esperienza dei comuni toscani
Forte della sua esperienza di ex assessore all’ Urbanistica nel Comune di Castelfranco Sotto, questa associazione ha coinvolto cinque Comuni (Campi Bisenzio, Cascina, Empoli, Monteverdi Marittimo, Quarrata) oltre il suo. Sono stati individuati spazi pubblici non affittati e in stato di semi abbandono e privati che possano essere ceduti temporanemente in comodato d’uso o in affitto gratuito. Poi l’associazione ha lanciato una call for ideas per progetti di rivitalizzazione tramite attività economiche e culturali alla quale hanno risposto in tanti e per un mese è partita la sperimentazione con una quindicina spazi aperti in ogni città. L’età medià dei partecipanti è stata di 30 anni. Dal laboratorio di sartoria che mette d’accordo tecnologie e macchine da cucire, agli spazi di coworking, dal corso di giardinaggio al riutilizzo delle competenze del settore dell’arredamento per la creazione di una linea per surfisti e skaters. Pop_Up Lab sta lavorando per la costruzione dal basso di reti di comunità, coinvolgendo gli enti locali, le associazioni di categoria, i cittadini. I Comuni stanno sperimentando un ruolo di governance collaborativa. Alcuni di loro stanno pensando a un regolamento sui beni comuni, in un’ottica di amministrazione condivisa. I progettisti stanno cercando di rendere sostenibili economicamente i progetti. Nella nuova consapevolezza che gli spazi possano avere un uso temporaneo. E che gli strumenti di sostegno possano essere i più vari. Alcuni Comuni hanno incoraggiato i privati a cedere gli spazi con sgravi sull’Imu, altri con contributi. Ora per il prossimo anno le startup sociali che aderiranno potranno consolidarsi, affinare la sostenibilità economica e decidere come proseguire. Il progetto di Pop_Up è sostenuto al 60% dall’Autorità toscana per la partecipazione e al restante 40% tra cinque Comuni.