Cinque progetti di ricerca finalizzati a migliorare la produzione agricola nell’area del Mediterraneo. Questo è stato il risultato più importante prodotto dalla conferenza “Solutions for agri-food sustainability in the Mediterranean” che si è tenuta presso l’aula delle Colonne dell’ Università di Siena lo scorso 5-6 marzo.
Sovrappopolazione e mutamenti climatici
L’agricoltura dei paesi del Mediterraneo è caratterizzata soprattutto dalla produzione di olio di oliva, vino, mandorle e agrumi. Fino a pochi decenni fa, tutti i paesi dell’area del Mediterraneo si autosostentavano quasi completamente, producendo il 90% del loro fabbisogno interno; adesso, sia a causa dell’aumento della popolazione, sia a causa del crescente inquinamento, sia a causa delle variazioni climatiche, la situazione è notevolmente peggiorata. Soprattutto nei paesi del Sud, la diminuizione d’intensità delle pioggie estive ha determinato una scarsità di risorse idriche, e ha provocato fenomeni di aridità, di degradazione ed erodibilità dei suoli, di disastrosi incendi forestali.
I progetti
I progetti presentati hanno tutti l’obiettivo, grazie all’apporto della tecnologia, di aumentare l’efficienza della produzione alimentare, riducendo nel contempo l’impatto ambientale e creando anche nuovi posti di lavoro. Il progetto presentato dal prof. Fabio Fava di Bologna si pone l’obiettivo di trasformare gli scarti della lavorazione di frutta, cereali ed altri prodotti agricoli in ingredienti alimentari di qualità. Il progetto presentato dal prof. Gianni Gilioli dell’ Università di Brescia, prevede invece delle tecnologie innovative finalizzate a rilevare la presenza di parassiti nelle piante; ciò dovrebbe consentire di usare i disinfestanti solo quando necessario, con benefici per l’ambiente. Valentina Giannini, del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, ha invece illustrato alcuni modelli decisionali finalizzati ad un’agricoltura non intensiva e distruttiva, ed in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici.
La “Siena Declaration”
Uno spazio è stato riservato anche ad una proposta presentata da un giovane studente di dottorato, Tommaso Campani, proprio dell’ Università di Siena: essa riguarda metodi innovativi di riciclo di sottoprodotti della produzione olearia, che consentono di eliminarne la tossicità e di impiegarli come fertilizzanti. Questa tecnica consente una riduzione dei costi di filiera. A conclusione della conferenza, un buon numero di esponenti di istituzioni e di centri di ricerca hanno sottoscritto la “Siena Declaration“, un documento nel quale la cooperazione tra paesi, la ricerca, il coinvolgimento del mondo produttivo vengono indicati come pilastri di uno sviluppo sostenibile che favorisca un futuro di pace e di prosperità nell’area del Mediterraneo.